Pechino (Cina) – Nel paese che costruisce componenti informatici esportati in tutto il mondo e che ha conosciuto una crescita vistosissima della propria utenza internet, si continuano a ripetere episodi di grave censura contro chi usa la rete. Negli ultimi due mesi, e sono cifre ufficiali, sono stati chiusi dalle autorità cinesi la bellezza di 8.600 internet café.
Dopo la trovata delle cam di controllo piazzate nei café di Shangai , le ragioni ufficiali con cui vengono perseguiti questi punti di accesso ad internet, stando a quanto dichiarato dal Governo, stanno nel modo in cui vengono gestiti i café stessi.
In una intervista al Quotidiano del Popolo, il ministro della Cultura Sun Jiazheng ha fatto sapere che le chiusure attivate fin qui sono solo le prime e ha chiesto a tutte le amministrazioni locali di collaborare nello scovare quei pub internet che offrano accesso ad internet anche ai minori e di agire contro di loro con la massima durezza .
Al centro dei timori dell’oligarchia comunista, come sempre, il contatto troppo facile che si ha su internet con contenuti politici. La censura è però giustificata come atto di prevenzione contro la pornografia che sarebbe “dilagante” secondo quanto affermato da Sun. Da qui anche la necessità di tenere lontani i minori di 16 anni da qualsiasi postazione di accesso…
Per ottenere i migliori risultati nel controllo degli accessi ad internet, il ministero di Sun ha già messo in piedi una task force che riunisce risorse e cervelli di dieci altri dicasteri pechinesi, un “comitato di controllo” che ha competenze nell’economia e nella cultura, nell’educazione dei giovani e nelle telecomunicazioni.
Va detto che questo nuovo giro di vite non arriva per caso. Fa infatti parte di un’ampia campagna del regime pechinese tesa a cercare di guadagnare un maggiore controllo sull’insieme dei media e non solo di internet. Negli ultimi mesi, come fanno notare gli osservatori più attenti, sono stati regolamentati in modo più rigido televisione e stampa.