Roma – Ultra, iper, mega e maxi: questi i prefissi superlativi che in queste ore vengono utilizzati dai commentatori che hanno saputo dell’ultimo super-progetto per la banda larga varato dal governo della Corea del Sud.
Come noto da tempo, la Corea è considerato il paese nel quale maggiore è la diffusione della banda larga , una situazione del tutto singolare che si deve al boom economico e tecnologico coreano e alla mancanza di una infrastruttura precedente diffusa, elemento che ha spinto il Governo ad accendere le polveri del mercato del broad band non appena ha potuto. E lo ha fatto con una tale intensità da aver superato di molto i paesi più sviluppati. Oggi quasi 11,5 milioni di sudcoreani si collegano broad band e l’85 per cento dei nuovi utenti Internet arrivano in rete su connessioni a banda larga.
Seguendo la stessa visione ed ispirazione rese pubbliche nel 2000 , il governo sudcoreano ha annunciato che intende far sì che entro il 2010 in tutto il paese sia disponibile connettività compresa tra i 50 e 100 megabit al secondo. La nuova infrastruttura sarà conosciuta come BcN , che sta per Network di convergenza a banda larga.
La nuova rete dovrà sostenere le nuove modalità di accesso ad internet, comprese le modalità wireless, per agevolare ulteriormente pubblica amministrazione, imprese e privati. La sua realizzazione impegnerà il paese da qui al 2010 per una somma pari ad almeno 50 miliardi di euro , denaro che porterà alla creazione di 370mila posti di lavoro nell’industria di settore e in quella dei servizi.