In Europa no alla registrazione delle email

In Europa no alla registrazione delle email

I Garanti per la privacy europei si schierano contro la registrazione di email, fax e traffico telefonico e la sorveglianza degli altri strumenti di comunicazione che in sede comunitaria si vorrebbero sotto controllo
I Garanti per la privacy europei si schierano contro la registrazione di email, fax e traffico telefonico e la sorveglianza degli altri strumenti di comunicazione che in sede comunitaria si vorrebbero sotto controllo


Roma – I Garanti per la privacy nell’Unione Europea hanno denunciato con forza quelle proposte emerse in sede comunitaria che rifugiandosi dietro “ragioni di sicurezza” chiedono la possibilità di archiviare la posta elettronica degli utenti, i dati relativi al traffico internet e a quello telefonico, i fax, i numeri utilizzati e via dicendo.

“La conservazione dei dati di traffico per scopi connessi all’attività delle forze dell’ordine – hanno spiegato i Garanti – dovrebbe essere consentita solo per un periodo limitato e purchè necessaria, opportuna e proporzionata all’interno di una società democratica. Pertanto, deve sussistere un’esigenza dimostrabile, il periodo di conservazione deve essere quanto più breve possibile e le relative modalità devono essere disciplinate con chiarezza attraverso disposizioni di legge”.

Una direttiva che dovesse autorizzare questa possibilità, secondo i Garanti UE, costituirebbe un rischio per la privacy dei cittadini dell’Unione Europea.

“Nell’ambito del Terzo Pilastro della UE – si legge nella nota emessa dopo l’incontro internazionale di Cardiff – sono all’esame alcune proposte tali da comportare la conservazione sistematica e obbligatoria dei dati di traffico relativi a tutte le forme di telecomunicazione – durata, localizzazione, numeri utilizzati per chiamate telefoniche, fax, messaggi di posta elettronica, e per altri impieghi di Internet – per un periodo di un anno o più, allo scopo di consentire l’eventuale accesso da parte delle forze dell’ordine e degli organismi preposti alla sicurezza”.

“Le Autorità europee per la protezione dei dati – continua la nota – dubitano fortemente della legittimità e liceità di misure dotate di tale ampiezza. Desiderano inoltre richiamare l’attenzione sui costi eccessivi che cio’ comporterebbe per le imprese operanti nel settore telecomunicazioni ed Internet e sull’assenza di misure analoghe negli Usa”.

Il collegio dei Garanti ritiene che “qualora sia necessario, in casi specifici, conservare dati di traffico, deve sussistere un’esigenza dimostrabile, il periodo di conservazione deve essere quanto più breve possibile, e le relative modalità devono essere disciplinate con chiarezza attraverso disposizioni di legge, in modo da offrire garanzie sufficienti contro accessi non autorizzati ed ogni altro tipo di abuso. La conservazione sistematica di dati di traffico delle più svariate tipologie per un periodo di un anno o anche maggiore sarebbe evidentemente sproporzionata e, quindi, in ogni caso inaccettabile”.

I Garanti temono, inoltre, una “indebita compressione dei diritti fondamentali garantiti ai singoli dall’articolo 8 della Convenzione europea sui diritti dell’uomo, così come ulteriormente sviluppati nella giurisprudenza della Corte europea dei Diritti dell’uomo”.

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Pubblicato il
17 set 2002
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