Bruxelles – Se negli USA qualcuno pensa all’ergastolo per i cracker, cioè per chi viola illegalmente sistemi protetti, in Europa ci si prepara ad accontentarsi di sanzioni che possono giungere fino a quattro anni di carcere. Pene simili quelle previste anche per chi si rende colpevole di diffusione di virus informatici.
Questo il succo di quanto contenuto in una proposta che la Commissione Europea ha adottato nell’ambito di una serie di normative pensate per combattere il crimine informatico, armonizzare gli ordinamenti dei diversi paesi membri della UE e rafforzare le attività e i poteri di controllo e repressione.
“Gruppi di cracking organizzati – ha spiegato la Commissione – specializzati nel colpire e sostituire le pagine dei siti Web sono sempre più attivi a livello internazionale. Attacchi più seri potrebbero portare non solo a pesanti danni finanziari ma in alcuni casi persino alla perdita di vite umane”. Uno scenario nel quale vengono previsti attacchi a sistemi fondamentali, come quelli del controllo aereo.
Oggi, lunedì, la Commissione dettaglierà la proposta che viene presentata anche come complemento alla lotta contro il terrorismo. Al suo interno, infatti, contiene anche procedure per facilitare lo scambio di informazioni di intelligence tra i vari paesi, questa volta mirate a scongiurare attacchi informatici.
Da segnalare che il termine utilizzato nella proposta non è “cracking” ma “hacking”, definito come l’incursione in sistemi informatici protetti con l’intento di causare danni o guadagni economici indebiti. Ovvero di fare azioni di cracking…
Anche per gli untori digitali, cioè per coloro che si divertono a costruire codici virus e li mettono in rete creando danni via internet, sono previste pene che vanno dal minimo di un anno al massimo di quattro…