Washington (USA) – Con una severità senza pari e calpestando molte delle poche certezze rimaste per chi sostiene i diritti digitali, cinque parlamentari americani hanno deciso di combattere l’afa estiva sventolando una proposta di legge dai contenuti rivoluzionari e pesantissimi. Se venisse approvata, la proposta diverrebbe senza ombra di dubbio il nemico numero uno dei sistemi di condivisione dei file peer-to-peer.
L’idea dei cinque parlamentari democratici (Howard Berman, Adam Schiff, Marty Meehan, Robert Wexler e Anthony Weiner) è di imporre, tra le altre cose, una sanzione che può arrivare a cinque anni di carcere e fino a 250mila dollari di multa per chi ponga in rete, e condivida con altri utenti nei sistemi P2P senza esserne autorizzato, un file che contiene materiale protetto dal diritto d’autore.
Ma non è tutto qui. La proposta prevede anche che in tribunale l’accusa non debba dimostrare che il file condiviso è stato effettivamente scaricato da altri utenti ma soltanto che era stato posto a disposizione.
Come se non bastasse, nel documento di proposta, che è già all’attenzione del Congresso, si legge pure che chiunque distribuisca software atto alla condivisione debba avvertire i propri utenti degli enormi rischi giudiziari a cui vanno incontro utilizzando abusivamente quei programmi.
Sulla proposta ora dibatteranno parlamentari ed esperti di diritto. Un primo commento è già giunto dalla Electronic Frontier Foundation, EFF , che si batte per le libertà digitali, secondo cui “mettere in galera la gente per aver condiviso un file non rappresenta una risposta a niente. Chi propone questa legge decide di camminare sopra alla privacy, all’innovazione e persino alle nostre libertà individuali, considerate come danni collaterali nella lotta a difesa del diritto d’autore”.
Altre chicche della proposta comprendono l’istituzione di un nuovo reato contro il copyright, quando qualcuno effettua riprese dirette di un film nel corso di una rappresentazione al cinema; la massima severità contro chi registrasse un nome a dominio falsando i propri dati a fini criminosi; la piena collaborazione dei procuratori americani con quelli stranieri per la guerra globale alla violazione del diritto d’autore.
Per il momento neppure i discografici della RIAA hanno avuto il fegato di commentare la clamorosa proposta.