Regalare libri, promuovere libri, parlare di libri. Sono questi i tre movimenti in cui si declina booKerang, una rete sociale a tre poli, una rete sociale che è anche una rete commerciale, un social network che inanella gli attori della filiera del libro: lettori, librai, editori.
L’idea di booKerang è scaturita da un’esigenza, quella di regalarsi libri graditi, è maturata con l’osservazione della realtà online e con l’analisi del mercato italiano del libro. Un quadro, il primo, popolato da un fervere di lettori che sfruttano la rete per parlare delle proprie letture, per scambiarsi libri e consigli. Un panorama, quello del mercato dell’editoria libraria italiano, che stenta ad evolvere, rattrappito su un modello distributivo che premia la grande distribuzione organizzata e certe grandi librerie connesse agli editori e che sembra condannare a languire i piccoli librai indipendenti.
Emanuele Zippilli, presidente della piccola società maceratese, ha raccontato a Punto Informatico che booKerang è nato con una sperimentazione cittadina. I sei soci di booKerang, era il periodo natalizio del 2006, hanno coinvolto i librai della città, hanno comunicato loro le proprie liste di preferenze, hanno costretto gli amici a fare regali graditi . Un’idea che avrebbe avuto un seguito e raccolto consensi . La rete, dopo i servizi di community offerti da colossi come Amazon, ha iniziato ad affollarsi di proposte come LibraryThing , aNobii , Shelfari e BookMooch che consentono alla comunità di lettori di convergere in spazi nei quali dare sfogo alle proprie abitudini di bibliofili: chiacchiere, catalogazione della propria biblioteca personale, gestione dei prestiti bibliotecari, scambio di libri. Ma in tutti questi servizi manca un anello fondamentale: la connessione con gli altri attori della catena del valore del libro .
Zippilli e amici si sono quindi industriati: hanno dato vita ad un social network per amanti dei libri mediante il quale i netizen potessero scambiarsi raccomandazioni e conoscere lettori con gusti simili, taggare, organizzare e tenere traccia dei volumi che conservano gelosamente negli scaffali della propria libreria. Per conferire alle raccomandazioni delle prove allettanti, possono inserire delle fotocitazioni , stralci di testo sotto forma di immagine, pillole di opere che li hanno avvinti.
Queste relazioni e questi strumenti per i lettori vengono dunque messi al servizio delle piccole librerie indipendenti: i netizen sono invitati a stilare una wishlist , una lista della spesa messa a disposizione di amici e conoscenti. Si tratta di un elenco consegnato nelle mani dei librai perché amici e conoscenti possano esaudire desideri senza incappare in magre figure. A loro basta rivolgersi ad una delle circa 40 librerie che già ora confidano in booKerang, basta consegnare il nome del destinatario del regalo: il libraio, solo ed esclusivamente il libraio, può accedere alla lista dell’utente e snocciolare consigli. Evidente il vantaggio per le librerie: oltre a guadagnare potenziali clienti che ruotano attorno all’iscritto a booKerang, oltre a fidelizzare coloro che già gravitano fra i loro scaffali, possono saggiare i gusti del pubblico , possono impugnare, spiega Zippilli, “uno strumento per adeguarsi alle abitudini di acquisto”.
Ma c’è spazio anche per gli editori : sono loro il terzo polo di questo network a cavallo tra la socialità e il business. Sono 1800 le case editrici italiane, sono realtà che spesso arrancano per farsi conoscere, che spesso si rivolgono a pubblici di nicchia, che non hanno l’interesse e le risorse per investire nella promozione di opere che conquistino il pubblico generalista attratto dagli scaffali della grande distribuzione organizzata. Un prodotto editoriale in Italia, complici le inefficienze e la scarsità di dati relativi al pubblico, può puntare a vendere 500 copie: una media di vendite che non consente di progettare campagne pubblicitarie in grande stile. BooKerang fa leva su queste inefficienze: consente in primo luogo agli editori di fruire di quella che Zippilli definisce “una connessione duttile e veloce” con le librerie. Se il libraio conosce il proprio pubblico, se riscontra la presenza di una comunità di lettori appassionata di birdwatching piuttosto che dell’arte culinaria nordvietnamita, potrà mettersi in contatto con case editrici che trattino l’argomento, case editrici di nicchia che altrimenti potrebbero non trovare sbocchi per i propri prodotti.
“Mi sono sentito anacronistico” confida a Punto Informatico Zippilli, che nei giorni scorsi ha partecipato al BookCamp di Rimini: si è parlato di ebook e di print on demand, si è tracciato un futuro digitale per le opere letterarie. Sono scenari in cui Zippilli non crede, non a breve termine. A suo parere “chi ora ama leggere per piacere e non per dovere, lo fa a computer spento”. Inoltre, in un mercato come quello italiano in cui gli acquisti di libri online non costituiscono che il 3 per cento del fatturato , booKerang mira a coinvolgere gli attori tradizionali della catena del libro, punta sui canali di vendita tradizionali ma offre agli anelli di questa catena la possibilità di comunicare in maniera più efficiente e fruttuosa.
BooKerang si offre gratuitamente a lettori e librai, consente agli editori di mettere a disposizione il proprio catalogo. Ma a questo modello, racconta Zippilli, si aggiungeranno nuove opportunità: opportunità per i soggetti a cui booKerang si rivolge, opportunità per soci di booKerang di dare valore ai 50mila euro che hanno investito nel progetto. Si offrirà in primo luogo agli editori la possibilità di gestire un account che dia loro visibilità, fulcro dal quale si dipaneranno strategie promozionali gestite da booKerang in cambio di un compenso. Alle librerie saranno rivolte poi delle offerte freemium : potranno continuare a spulciare gratuitamente le liste dei desideri dei lettori, potranno continuare ad informarsi riguardo alle tendenze in atto nella comunità di booKerang ma potranno altresì confidare in servizi che offrano loro dati aggregati e personalizzati estratti dalle preferenze espresse dai lettori. Sarà questo un servizio che booKerang, dopo aver opportunamente ottenuto il consenso degli utenti e dopo aver reso anonimi i dati, offrirà a pagamento ad altri attori che volessero monitorare il mercato librario italiano.
Zippilli confessa con onestà che non ama essere monitorato in rete, ma è altresì convinto che i lettori, consapevoli del fatto che booKerang innescherà un circolo virtuoso che sappia investirli, sceglieranno di partecipare appieno alla community. L’obiettivo di Zippilli è di avvincere 50 mila utenti, il 2 per cento del potenziale bacino di utenza italiano che riside nell’ intersezione tra i forti lettori e gli utenti Internet . Se fra tre anni anche 700 librai indipendenti fra le 1800 librerie italiane decideranno di partecipare a booKerang, spiega Zippilli, si sarà sulla buona strada. Sarà una strada lunga e lastricata di proposte e idee, si potrà ritagliare un ruolo per i servizi di self publishing come Lulu e si potranno offrire ai librai strumenti per la gestione dei propri scaffali integrati con booKerang, si monitoreranno le tendenze in atto e si potrà scegliere di integrare soluzioni ecommerce o di flettere il proprio modello per estenderlo e adattarlo al mercato europeo. In attesa che le masse scoprano il piacere di leggere.
a cura di Gaia Bottà