Aumentano i paesi “pronti per il futuro”, e diminuiscono quelli che non superano la soglia accettabile in quanto a prestazione e diffusione della banda larga. A sostenerlo è una ricerca sviluppata dalla Saïd Business School dell’Università di Oxford insieme all’Università di Oviedo.
Il parametro utilizzato per analizzare e sviluppare la classifica dei paesi più e meno avanzati, è il Broadband Quality Score (BQS) calcolato in base alla banda passante in download e in upload e alla latenza.
Considerando dunque tale indice, è stato stilato un elenco dei paesi classificati in cinque gruppi: i migliori sono quelli “pronti per il futuro” e i peggiori quelli che si devono accontentare di una percentuale di diffusione della banda larga che si aggira tra il 20 e il 40 per cento.
Nella prima categoria, che un anno fa conteneva solo il Giappone, adesso si trovano anche la Svezia, la Romania e la Corea, mentre sono rimaste nell’ultimo gruppo solo l’India, l’Egitto, il Kenya e la Nigeria.
All’interno di questa classifica l’Italia, pur avendo un indice maggiore rispetto allo scorso anno, continua ad essere superata da paesi come la Turchia, la Polonia e l’Ungheria, tanto da essere ad un passo dalla “retrocessione” nel gruppo che non supera la soglia ritenuta accettabile. Sul totale di 66 Paesi analizzati, il Belpaese è al 38esimo posto .
Un dato che conferma quello già rilevato da Akamai che a marzo aveva piazzato l’Italia al sedicesimo posto in Europa per la velocità delle connessioni.
La ricerca della Saïd Business School, inoltre, rivela anche le variazioni subite da alcuni paesi. La Corea ad esempio sarebbe il paese che ha visto aumentare più di tutti il suo indice BQS, raggiungendo il primo posto della classifica.
Federica Ricca