Svezia, patria di The Pirate Bay, del Partito Pirata originario ( Piratpartiet ) e presto del primo provider Internet “pirata” grazie a una nuova iniziativa di membri del succitato Piratpartiet. I responsabili garantiscono il completo anonimato delle comunicazioni, la qualità del servizio e l’assoluta noncuranza nei confronti delle probabili ritorsioni legali da parte dell’industria del copyright.
Il prossimo settembre in Svezia si terranno le elezioni politiche, e il Piratpartiet non perde occasione per farsi notare e promuovere i valori che più stanno a cuore al partito (condivisione, gratuità dell’accesso, conoscenza, progresso tecnologico): il provider “pirata”, che avrà il ben poco fantasioso marchio commerciale Pirate ISP , è solo l’ultimo passo di una strategia che ha sin qui incluso la fornitura di banda alla beccheggiante fregata corsara del P2P The Pirate Bay e la proposta di ospitare i server della Baia direttamente all’interno del parlamento svedese per garantire l’immunità politica al sito.
Guidato dal CEO Gustav Nipe – studente di economia e vecchio membro del Piratpartiet – Pirate ISP offrirà connessioni in banda larga protette su tutto il territorio svedese nel “tagli” da 10, 100 Megabit o anche 1 Gigabit con prezzi variabili fra i 33 e i 70 dollari. Le connessioni saranno anonime , basate sul servizio offerto da ViaEuropa – già fornitrice della VPN commerciale fondata da TPB iPredator – e varrà la regola tassativa della mancanza assoluta di log delle connessioni.
“Pirate ISP è necessario per vari motivi – ha dichiarato Gustav Nipe presentando il servizio – Uno è competere con gli altri ISP, lasciare che essi lottino un po’ di più per la nostra Internet. Se i provider non si comportano bene ci sarà sempre qualche altro che conquista le loro quote di mercato”. Pirate ISP servirà insomma al duplice scopo di “cane da guardia” delle reali intenzioni dei provider classici nei confronti della privacy e i diritti dei loro clienti e come provider di connettività a tutto tondo e completamente anonimo.
Ma Pirate ISP pensa anche a offrire un servizio di qualità ai suoi potenziali consumatori , e in quest’ottica la società ha avviato una piccola sperimentazione (100 connessioni) nella città meridionale di Lund per poi mettere in conto l’espansione su tutto il territorio svedese entro la fine di questa estate.
E l’antipirateria, la guerra del copyright, le major statunitensi? “Possono fare tutto quello che vogliono – dice Nipe – ci rifiuteremo di seguirli. Non siamo d’accordo con quello che dicono e non siamo d’accordo con le leggi che stanno producendo quindi se loro hanno un problema con noi, allora noi avremo un problema – ma questo è tutto”.
Provare a costringere Pirate ISP a conservare i log delle connessioni porterà dritti a uno scontro sui principi della costituzione svedese , promette Nipe, e se poi qualcuno avrà l’ardire di chiedere informazioni corrispondenti ai netizen attivi sul servizio i log saranno comunque inesistenti. “Le nostre indagini si sono focalizzate su persone con livelli di difesa anche superiori”, ribatte sprezzante il cacciatore di pirati Henrik Pontén . “La domanda è stata già posta un migliaio di volte – ha continuato Pontén – quando le forze dell’ordine fanno un chiamata, occorre fornire le informazioni richieste”.
Alfonso Maruccia