Se gli esperti della Bangor University centreranno il loro obiettivo , di qui a pochi anni la fibra ottica potrebbe veicolare connessioni a banda larga migliaia di volte più veloci e capaci di quelle attualmente disponibili ai consumatori.
Lavorando di concerto con grandi aziende del settore (Fujitsu Semiconductors), sviluppatori di standard (Fraunhofer Heinrich Hertz Institute) e aziende innovatrici, il team dell’università gallese si è imbarcato nel Progetto Oceano: l’obiettivo, sviluppare moduli di codifica e decodifica dei segnali ottico-elettronici estremamente performanti.
I ricercatori hanno seguito un approccio personalizzato alla tecnologia nota come Optical Orthogonal Frequency Division Multiplexing (OOFDM), realizzando un modulo di codifica e decodifica in grado di convertire i segnali digitali in onde elettromagnetiche, trasformare le onde in impulsi elettrici e spedire questi ultimi via cavo (fibra ottica). E viceversa.
I risultati sperimentali sin qui ottenuti dai ricercatori della Bangor University fanno segnare una banda di trasmissione di 20 Gbps, molto superiore alle connessioni su fibra comunemente offerte ai consumatori (1, 1,5 Gbps nel migliore dei casi) e incomparabilmente superiore alle velocità medie (in download) registrate in terra d’Albione (33 Mbps circa).
Non bastasse questo, gli scienziati gallesi dicono di poter raggiungere agilmente velocità pari a 40 Gbps. Il progetto Oceano ha una durata stimata di 3 anni, attualmente siamo ancora al primo anno e il target finale è realizzare un sistema di codifica-decodifica economicamente accessibile a tutti.
Alfonso Maruccia