Problemi di sicurezza per i droni di Facebook per la connettività. Uno degli apparecchi chiamati Aquila , si è schiantato al suolo durante un volo di test vicino a Yuma, Arizona. I precedenti voli dello stesso apparecchio erano avvenuti nel mese di luglio. Secondo l’azienda in tale occasione l’apparecchio avrebbe subito un indebolimento strutturale, all’origine del recente incidente. Lo schianto è avvenuto in fase di atterraggio secondo quanto riportato dalla National Transportation Safety Board senza danni a persone. L’utilizzo dei droni rientra nel progetto con cui Facebook intende portare connettività internet in aree remote del pianeta.
L’azienda di Zuckerberg ha preferito sorvolare sull’incidente avvenuto a fine missione , incidente che non avrebbe impattato negativamente sul risultato dei test. “Siamo felici che il primo test di volo sia andato bene e siamo stati in grado di verificare le performance di diversi componenti inclusi l’aerodinamica, batterie, sistemi di controllo e training dell’equipaggio, senza alcun risultato inaspettato” si legge in una nota stampa.
I droni di Facebook, con un’apertura alare superiore a quella di un Boeing 737 (43 metri) e un peso di poco superiore ai 400 Kg, sono progettati per poter funzionare ad energia solare . In questo modo viene garantita la capacità di rimanere in aria per molto tempo e percorrere se necessario anche lunghi tragitti. I dispositivi volano ad un’altitudine superiore ai 18mila metri e da lassù potranno comunicare con tecnologia laser 10 volte più veloce rispetto alle tecnologie attualmente sul mercato.
Il poter superare le infrastrutture di terra è il vero vantaggio del progetto di connettività proposto anche da altri player. A progetti simili è da sempre interessata ad esempio anche Google (ricordate i palloni aerostatici del Project Loon ?) che alla pari di Facebook ha sperimentato qualche problema tecnico con droni e affini. L’1 maggio 2015 il dispositivo Solara 50 è stato distrutto nel Nuovo Messico per alcuni problemi di controllo mentre volava in un’area di corrente ascensionale.
Oltre alla sicurezza dei dispositivi, un altro nodo da sciogliere è politico. Se alcuni Paesi come l’ Indonesia si sono dimostrati collaborativi e interessati al progetto, diverso è per altri. Un caso di ostracismo ad esempio è rappresentato dall’India che, oltre ad avere espresso dubbi rispetto alle iniziative di Facebook dedicate alla connettività, non sembra interessata a “regalare” il suo cielo ai droni del social network.
Mirko Zago