Spettabile redazione, voglio dire la mia sull’articolo Microsoft, Bruxelles ammette la propria impotenza . Magari la mia opinione non sarà condivisa e per carità, ben venga, siamo in una società democratica – o almeno lo spero. Ma per farla breve questo comportamento oppressivo dell’Antitrust proprio non lo capisco. Invece di preoccuparsi di questioni più serie, cercano di mettere i bastoni tra le ruote ad una azienda che – con tanto di cappello – nel corso di oltre 30 anni si è saputa conquistare il mercato.
Non lavoro per Microsoft, e questo già l’ho detto in più di una occasione, e trovo pertanto sconcertante il fatto che l’insieme di fattori che ha reso popolare l’azienda di Redmond, quindi capacità di investire nel settore, di assumere personale qualificato, e non per ultimo di forgiare prodotti a volte innovativi, a volte complementari, ma soprattutto di facile utilizzo rendendola di fatto leader di mercato possa venire così boicottata dalle nostre istituzioni.
Parliamoci chiaro. Siamo in un regime di libera concorrenza e chiunque potrebbe fare concorrenza a Microsoft. Certo, oggi come oggi ci vogliono capitali enormi vista l’imponenza dell’azienda e del suo fatturato. Ma non scordiamoci che agli inizi, parlo del DOS o di Windows 3.0 o anche dei suoi predecessori, non esisteva niente in grado di rendere il pc “utile” e alla portata di tutti. Certo c’era OS2, c’era il PC-DOS… c’era e poi ancora c’era. Evidentemente se la massa ha optato per utilizzare i prodotti Microsoft, un motivo ci sarà pure stato! Non credo che Microsoft abbia costretto nessuno. Almeno a me non lo ha fatto di certo. Quando ero ancora ragazzo, Linux non esisteva. C’erano i “sistemoni” appannaggio unico delle università o dei centri di ricerca o di grandi aziende, e non erano certo computer portatili o sistemi il cui utilizzo era destinato ai profani.
Sono il primo a non condividere certe scelte forzate di BigM, tipo l’invasivo Internet Explorer come parte integrante del sistema operativo o del Media Player dei quali farei volentieri a meno e preferirei trovarmeli come una scelta opzionale “Vuoi installare anche questi??”. Però non scordiamo che questi rendono il pc “ready to use”, e che la stragrande maggioranza delle persone che si siede davanti ad un pc spera che solo accendendolo ¾ dei suoi problemi quotidiani sia già praticamente risolto.
Onestamente, come consulente informatico, mi ritrovo invece a combattere tutti i giorni con l’arroganza e la presunzione della gente che – leggendo una rivista da pochi euro comprata in edicola – si atteggia a grande scienziato informatico senza avere quell’umiltà di ammettere che c’è invece sempre da imparare, specie in un settore come quello informatico.
Allora vorrei tanto che questi signori a Bruxelles si preoccupassero di questioni un po’ più intelligenti, invece che rompere le scatole e sprecare tempo e denaro per niente. Ce ne sono di attività Antitrust da dover sorvegliare, ma non entro nel merito per non sconfinare con la mia risposta.
Andrea Moro
Web-MA Soluzioni Informatiche
Caro Andrea,
ben vengano tutte le opinioni, soprattutto quelle controcorrente che aiutano più delle altre a riflettere.
Credo che anche chi ha seguito l’intero procedimento europeo antitrust contro Microsoft in tutti i suoi passaggi oggi nutra almeno qualche perplessità sulle più recenti mosse della Commissione, in particolare quell’attacco sulla non sufficiente innovazione dei nuovi protocolli di Windows. O le esternazioni che in assenza di novità procedurali, direttive, regolamenti o denunce sembrano più esprimere una frustrazione che una posizione ufficiale.
Ma ciò si deve anche alle difficoltà che l’Unione incontra nel gestire una simile complessità: mai prima l’antitrust europeo si è dovuto avventurare in un territorio tanto inesplorato, fatto di mercato ma soprattutto di tecnologia, fin dentro i meandri della programmazione del software. Allo stesso tempo mai prima Microsoft ha avuto a che fare con un garante antitrust altrettanto agguerrito.
A presto, Alberigo Massucci .