La Commissione europea ha pubblicato la relazione finale dell’indagine avviata a luglio 2020 sulla concorrenza nel settore dei dispositivi IoT (Internet of Things). Il documento tiene conto della consultazione pubblica avviata a giugno 2021 sulla relazione preliminare. Le osservazioni ricevute confermano le preoccupazioni emerse su esclusività, interoperabilità e raccolta dei dati.
Risultati dell’indagine e prossimi passi
La relazione finale include le osservazioni dei cosiddetti portatori di interessi, ovvero produttori dei dispositivi, fornitori dei servizi, associazioni e operatori delle telecomunicazioni. I principali risultati riguardano le caratteristiche di prodotti IoT e servizi, le caratteristiche della concorrenza e le aree potenzialmente problematiche.
L’indagine ha innanzitutto evidenziato una crescente diffusione dei dispositivi IoT e degli assistenti vocali che consentono di interagire con altri prodotti. Proprio gli assistenti vocali di Amazon, Apple e Google rappresenterebbero un ostacolo all’ingresso nel settore da parte delle aziende.
I portatori di interessi hanno inoltre evidenziato una serie di problematiche. I big del settore attuerebbero pratiche di esclusività e vendite vincolate, oltre ad impedire l’uso di assistenti vocali diversi sullo stesso dispositivo. L’accesso a grandi quantità di dati consentirebbe inoltre ad Amazon, Apple e Google di rafforzare la loro posizione di mercato.
La concorrenza verrebbe infine ostacolata dalla mancanza di interoperabilità, a causa dell’uso di tecnologie proprietarie. I fornitori di assistenti vocali potrebbero anche limitare le funzionalità dei dispositivi di terze parti. Amazon aveva sottolineato che Alexa è compatibile con oltre 140.000 prodotti per la smart home. Tra l’altro, sia Amazon che Google supportano Matter.
Le informazioni raccolte verranno utilizzate dalla Commissione europea per studiare le possibili soluzioni (norme), ma eventuali misure (sanzioni) da attuare per chiedere il rispetto della concorrenza dovranno essere decise dopo aver esaminato i singoli casi. L’indagine potrebbe avere conseguenze anche sul Digital Markets Act (Legge sui mercati digitali).