Roma – La decisione era nell’aria e ieri l’ Autorità garante del mercato e della concorrenza ha confermato l’avvio di una istruttoria formale nei confronti di TIM, Vodafone e Wind che si ritiene potrebbero aver violato le normative comunitarie sulla concorrenza a danno di altre imprese e degli utenti, in particolare quelli business.
“L’avvio del procedimento – spiega l’Autorità – è stato originato dalle denunce di alcuni operatori del settore delle telecomunicazioni, dalle quali risulta che TIM, Vodafone e Wind avrebbero posto in essere abusi di posizione dominante nel mercato dell’accesso alle infrastrutture di rete mobile e nei mercati della terminazione su singole reti mobili, nonché intese nel mercato dell’accesso, nel mercato dei servizi finali di comunicazione mobile e nelle offerte commerciali all’utenza business”.
Il primo rilievo dell’Autorità riguarda il rifiuto che i tre operatori avrebbero opposto alla negoziazione di accordi di accesso, un diniego che sarebbe stato motivato dal tentativo di non far accedere al mercato operatori alternativi quali MVNO (Mobile Virtual Network Operator), ESP (Enhanced Service Provider) e Reseller. “Allo stato, peraltro, non si può escludere – continua il Garante – che i descritti comportamenti, in quanto posti in essere omogeneamente e simultaneamente dai tre gestori mobili nei confronti di tutte le imprese richiedenti, possano integrare un’intesa restrittiva della concorrenza”.
Il secondo punto dell’istruttoria intende verificare se gli operatori, ciascuno dominante sulla propria rete mobile, abbiano posto in essere abusi offrendo servizi di terminazione fisso-mobile ai propri concorrenti ad un prezzo superiore a quello che gli stessi gestori fanno pagare ai propri clienti aziendali per l’intero servizio integrato fisso-mobile. “In particolare – spiega l’Autorità – TIM, Vodafone e Wind applicherebbero condizioni economiche o tecniche di favore nei confronti delle proprie divisioni commerciali nella vendita di servizi di terminazione, al fine di escludere qualsiasi concorrente dal mercato dei servizi integrati all’utenza finale business, in violazione dell’art. 82 del Trattato CE”.
Il terzo nodo dell’istruttoria si focalizza sui comportamenti dei tre carrier per capire se abbiano voluto impedire agli operatori di telecomunicazioni l’utilizzo dei contratti business per la rivendita di servizi all’utenza finale, ostacolando in questo modo qualsiasi forma di concorrenza nel mercato retail dei servizi mobili. “Tali comportamenti – continua l’Autorità – omogenei negli effetti escludenti, potrebbero costituire il frutto di un’intesa restrittiva della concorrenza”.
Infine il Garante intende valutare se le offerte business di TIM e Vodafone, pressoché identiche, non siano frutto di un cartello pensato per ostacolare abusivamente la concorrenza.
“Tutti i comportamenti denunciati – afferma l’Autorità – appaiono idonei a pregiudicare il commercio tra gli Stati membri della Comunità europea, in quanto interessano una parte sostanziale del mercato comune e costituirebbero, pertanto, violazioni degli articoli 81 e 82 del Trattato CE”.
Il procedimento dovrà concludersi entro il 28 aprile 2006.