Non è la prima volta che scriviamo su queste pagine dell’iniziativa messa in campo dall’India per introdurre la cosiddetta rupia digitale. Lo abbiamo fatto a febbraio, citando il 2023 come finestra per la concretizzazione del progetto. A quanto pare, Nuova Delhi ha ora intenzione di accorciare i tempi.
Sì da Nuova Delhi, la rupia digitale per l’India
T Rabi Sankar, vice governatore della banca centrale locale, ha affermato che la Central Bank Digital Currency sarà emessa già entro quest’anno. L’obiettivo dichiarato è quello di imprimere un’accelerazione all’economia, ridurre le attese e togliere di mezzo qualsiasi tipo di commissione per le transazioni transfrontaliere. Riportiamo di seguito in forma tradotta le sue parole, raccolte in occasione dell’evento India Ideas Summit.
Dobbiamo capire che l’internazionalizzazione delle CBDC è cruciale per risolvere problemi che interessano i pagamenti.
Il concetto di internazionalizzazione delle CBDC è importante. È la via maestra da seguire, affinché le diverse monete possano essere scambiate e convertite da chi ne fa uso, senza difficoltà o necessità di ricorrere a intermediari. Verrebbe altrimenti meno uno dei principi base della visione stessa.
Per chi non ne fosse a conoscenza, un asset digitale di questo tipo è emesso dalla banca centrale del paese, a differenza di quanto avviene, ad esempio, con le criptovalute e le stablecoin scambiate su exchange come Binance. È la stessa istituzione a garantire la solidità e l’integrità dell’infrastruttura delegata alla gestione delle transazioni.
L’India non è il solo territorio a valutare una mossa di questo tipo, ma considerata la sua importanza, anzitutto dal punto di vista demografico, altri potrebbero seguire l’esempio e accorciare i tempi. Stanno ponderando iniziative di questo tipo anche la Nigeria, la Colombia e l’Europa intera.