Forse non si aspettavano di innescare un conflitto di queste proporzioni. Sta di fatto che i cyberattivisti indiani del gruppo Guards of Hindustan , con l’attacco di quindici giorni fa ad un website governativo pakistano, hanno dato il via ad una vera e propria cyberguerra tra i due paesi. Con eserciti contrapposti, attacchi a sorpresa, controffensive e tutto il resto.
L’ultima battaglia della quale si ha notizia è quella per il controllo del sito web della Kendriya Vidyalaya Ratlam , una scuola gestita dal governo indiano nello stato settentrionale del Madhya Pradesh. Dopo che, solo qualche giorno fa, cyberattivisti pakistani avevano attaccato e defacciato il website dell’istituto, ieri una “squadra d’assalto” pro-India ha ripreso il controllo del sito, e lasciato un comunicato dove spiega che lo spazio è tornato “in mani indiane”.
Ma, come accennato, gli attacchi incrociati si susseguono ormai da due settimane. Da quando cioè, come riporta il Times of India , un gruppo che si fa chiamare HMG, Guards of Hindustan ha defacciato il sito della Autorità pakistana che regolamenta gas e petrolio, cancellando tutti i dati presenti e lasciando sulla home il proprio sito e l’immagine dei quattro leoni, simbolo della potenza indiana.
Dopo di allora, gli assalti incrociati si sono susseguiti con continuità, interessando siti governativi importanti in entrambi i paesi. Forte clamore ha suscitato, in particolare, il successo di un’azione realizzata contro il Dipartimento di Investigazione Criminale indiano (CID). Clamore legato alla presenza, dentro lo stesso CID, di un ufficio in carico per la persecuzione del cybercrime . Parlando al Times of India , il dirigente del CID Ak Khan ha assicurato che tutti i movimenti degli assaltatori pakistani sono stati tracciati, e che i responsabili saranno presto individuati.
Le azioni di cyberguerriglia appena descritte si inseriscono nel quadro del più ampio conflitto che oppone India e Pakistan per il controllo del Kashmir, una regione di confine. E non sono neppure le prime, nello spazio digitale, tra i due paesi: nei mesi scorsi schermaglie più o meno violente si sono registrate su siti web, gruppi di discussione e anche dentro social network come Orkut di Google.
Il tutto avviene mentre, sullo scacchiere orientale, la Cina affila le armi per la cyberwar e, in Occidente, la NATO organizza centri di addestramento per la difesa elettronica. Dalla cyberwar, si salvi chi può.
Giovanni Arata