Il tablet indiano ultraeconomico potrebbe sicuramente essere uno dei candidati in lizza per il premio come miglior vaporware. Il dispositivo di manifattura cinese, infatti, dovrà ancora attendere per il suo debutto in commercio .
Secondo The Times Of India , Sakshat , questo il nome del computer, avrebbe perso il suo principale appaltatore, HCL Infosystems . La notizia lascerebbe intendere che il progetto sia ora in cerca di una altro rivenditore, vale a dire una nuova fase di incontri, negoziazioni ed, eventualemente, un accordo.
Secondo i resoconti, all’origine dell’ennesinmo rinvio ci sarebbe stato un palese disaccordo tra HCL e i rappresentanti governativi: per questi ultimi, le condizioni dettate dal principale contraente erano incaccettabili, mentre, per l’azienda, la garanzia bancaria dettata dal governo prevedeva una somma di denaro eccessivamente alta.
Il governo indiano ha annunciato di aver emesso una nuova offerta di appalto e ha aggiunto che il 2011 sarà l’anno della svolta. Da parte sua, HCL afferma di non essere al corrente della decisione presa dalle autorità governative.
Secondo gli osservatori, un ulteriore intralcio alla definitiva realizzazione del progetto sarebbero le spese extra sostenute per costruire il tablet, che ammonterebbero a circa 124 dollari, cifra, si nota, significativamente superiore ai 35 imposti.
Per questo motivo, il governo starebbe pensando di chiedere supporto per quanto concerne la reperibilità di nuovi componenti in Taiwan e Korea. Tuttavia, gli analisti sostengono che il prezzo dei componenti singoli rimane superiore a 35 dollari, motivo per il quale diventa difficile per i fornitori incontrare le esigenze di spesa senza un sussidio. “Il micropocessore e il monitor costano da soli più di 35 dollari sul mercato”, afferma Vishal Bhatnagar, analista presso Gartner.
Cristina Sciannamblo