Il governo indiano ha emanato una regolamentazione con la quale obbliga gli operatori locali che intendono servirsi di tecnologia cinese a richiedere ulteriori autorizzazioni per approvare le forniture di materiali provenienti dall’altra parte dell’Himalaya.
Tutti gli accordi in cui uno dei firmatari è un’azienda cinese dovranno essere minuziosamente studiati dal Ministero degli Interni, il quale può successivamente porre il veto, compromettendo la riuscita dell’affare. La ragione di questo questa azione va ricercata, secondo gli esponenti del governo indiano, nel crescente timore nutrito dalle autorità nei confronti dei prodotti tecnologici cinesi poiché “potrebbero inviare materiale segretamente predisposto per spiare le comunicazioni”.
La maggior parte delle più grandi aziende cinesi sono controllate dal governo di Pechino e probabilmente, come viene fatto notare , l’eco dell’attacco a Google emerso all’inizio dell’anno risuona ancora distintamente nei palazzi del potere di Nuova Delhi.
Anche se non si tratta formalmente di un embargo , la Camera di Commercio cinese ha fatto sapere tramite un portavoce che questo provvedimento violerebbe i principi delle relazioni commerciali stabiliti dalla WTO.
Giorgio Pontico