Un vero e proprio ultimatum, scagliato dal dipartimento per le Telecomunicazioni indiano contro alcuni degli attuali protagonisti della Rete. In primis Google, che dovrà garantire all’intelligence di Nuova Delhi l’accesso ai contenuti del suo servizio di posta elettronica Gmail .
Contenuti che dovranno quindi essere visualizzati in formati leggibili , almeno per le forze speciali di sicurezza del paese asiatico. Che vorrebbero infatti utilizzare comunicazioni e dati raccolti online per prevenire eventuali attacchi terroristici condotti a mezzo Internet.
L’azienda di Mountain View avrà a disposizione poco più di due settimane per rispondere all’ultimatum delle autorità indiane, in modo da evitare le conseguenze di quello che si profila come una vera e propria messa al bando. Così come 15 giorni sono stati lasciati per lo stesso motivo a Skype e a Research In Motion (RIM), produttore degli smartphone BlackBerry.
L’azienda canadese era già stata presa di mira dalle autorità indiane, che nel 2008 l’avevano obbligata a rivelare il principio di funzionamento delle tecnologie di cifratura impiegate sui PDA, pena la terminazione del servizio. RIM aveva risposto dopo poco: il passe-partout non poteva essere consegnato perché era esistente.
Mauro Vecchio