Con 294 voti favorevoli e 243 contrari, il Parlamento federale tedesco ( Bundestag ) ha approvato il disegno di legge per una significativa estensione delle attuali regole per la tutela del diritto d’autore. Nel testo del Leistungsschutzrecht (LSR), i principali fornitori di contenuti editoriali potranno imporre ai cosiddetti aggregatori di notizie online il pagamento di un obolo per la conseguente pubblicazione di materiale licenziato.
Osteggiata dal gigante Google, la proposta di legge LSR è stata votata dalla coalizione formata da liberali e conservatori nella spinosa querelle sulle anticipazioni ( snippet ) raggruppate online da piattaforme come appunto Google News. Nelle pagine acquistate dalla stessa BigG sui grandi quotidiani tedeschi, la bozza legislativa era stata contestata per le sue possibili conseguenze sulla libertà d’informazione in Rete .
In attesa del suo passaggio al Consiglio federale ( Bundesrat ) – dove l’opposizione può godere di un numero maggiore di voti rispetto alla coalizione – il disegno di legge LSR è stato approvato in una versione modificata che potrebbe placare l’ira dei motori di ricerca come quello di Mountain View. In modo da preservare il libero flusso dei contenuti editoriali, società come Google non dovranno pagare fino a certe lunghezze degli articoli proposti .
Dove debba stazionare questo limite di lunghezza non è affatto chiaro, dal momento che nella versione approvata al Bundestag non è specificato quanto materiale possa essere liberamente sfruttato da motori di ricerca e aggregatori digitali di notizie . Questa forma d’ incertezza legale farà comunque discutere, dopo gli scontri aperti contro BigG dagli editori di Francia e Belgio.
Nel frattempo, c’è chi non ha il minimo dubbio sul reale vincitore di questa vicenda legislativa: gli editori potranno tenere in scacco web company come la Grande G, che ora proverà a dialogare con gli editori come già accaduto in Francia e Belgio . Stando ai commenti rilasciati dall’associazione editori tedeschi BDVZ , saranno gli stessi fornitori di contenuti a stabilire il quantitativo massimo di righe presentabili da Mountain View nella sua piattaforma News.
Mauro Vecchio