No, alla blogosfera e agli utenti italiani che in questi giorni hanno seguito la vicenda, proprio non è andata giù la censura del Papabanner . Lungi dal voler rappresentare un’icona ingiuriosa contro il Pontefice, il Papabanner è una iniziativa diffusa sul Web dal blog Il Burbero scontroso , un’iniziativa critica nei confronti di certe posizioni espresse da esponenti della Chiesa Cattolica che è stata ripresa da centinaia di siti . Pochi giorni fa, il blogger ha visto sparire quel banner dal proprio sito. Il motivo? Pressioni che sarebbero giunte da non meglio identificati “esponenti della Curia”.
Il 17 luglio il blogger ha annunciato la sparizione del Papabanner dal suo sito, spiegando che il proprio fornitore di hosting, là dove il banner era ospitato, gli ha parlato di una denuncia contro il banner che era stata anticipata da una comunicazione della Polizia. Da qui la decisione di rimuoverlo. Nei giorni successivi, avrebbe accertato che non ci sono denunce ma che alla polizia certi “esponenti della Curia” avrebbero manifestato la propria intenzione di denunciare il blogger qualora quel banner non venisse rimosso. Ed è su queste basi che il provider di hosting avrebbe deciso di procedere alla rimozione.
Quella cancellazione di fatto ha sottratto il Papabanner riprodotto qui sopra da circa 500 siti che lo ospitavano : desiderosi di evidenziare la propria distanza da certe posizioni clericali, i gestori di quei siti lo avevano adottato come una sorta di manifesto collettivo. Sulla pagina dell’iniziativa, peraltro, il Papabanner viene tuttora presentato con quello scopo: “Se le parole relativismo e secolarizzazione per voi non suonano come parolacce, dimostrate tutta la vostra lontananza dalle posizioni della Chiesa Cattolica Apostolica Romana!”
“Il poliziotto – spiega Burbero scontroso – mi ha detto che non succederà nulla se le cose rimangono come adesso, ma che io sono libero di rimettere il banner, sapendo però che c’è qualcuno che potrebbe denunciarmi per questo. Questa non è proprio censura in effetti, ma un modo tutto italiano di ottenere lo stesso risultato: non è che ti impediamo di fare una cosa, tu la puoi fare, ma sappi che se lo fai dovrai vedertela con gente molto più potente di te che, magari anche a torto, può vincere in tribunale perché si può permettere dei buoni avvocati”.
Come scrive Kotaro sui forum di Punto Informatico quel banner circolava ormai da tre anni e come lui in tanti si indignano per quanto accaduto. Su I sogni ferrosi si legge “C’è de ridere e da piangere: in realtà non c’è stata una vera denuncia, ma solo una sorta di “fastidio” della Curia… e tanto è bastato per censurare l’immagine”. SbiellOne si chiede se “Siamo ancora in un paese libero??”. “È evidente – scrive ancora Mistress Ashura – che la potenziale libertà che può garantire il web fa paura a molti (e non solo da una parte ma da sinistra a destra, passando per il centro). Cercando di arginarla si va contro all’effettiva limitazione di quella poca libertà che già avevamo raggiunto. Il punto non è tanto Ratzinger e la chiesa quanto una serpeggiante lotta alle streghe in cui tutti possono denunciare tutti e per delle cazzate!”
I fatti non sembrano comunque aver scosso i propositi di Burbero scontroso che, anzi, preannuncia una “fase b” . Spiega: “Sposterò i banner su un server americano, li renderò a prova di ambiguità , darò al banner una pagina tutta sua fuori da questo blog (se la merita) e scriverò a tutti i siti che si schierano dalla parte dei laici e a quelli che combattono per la libertà di espressione”.