La chiusura di Instagram in Russia è avvenuta soltanto da poche ore. La decisione arriva direttamente dall’apparato censorio di Vladimir Putin, il quale ha ravvisato in alcuni social network (soprattutto in area Meta) un rischio eccessivo per la “corruzione” dell’opinione pubblica russa. Il pericolo si è fatto oltremodo più serio dal momento in cui si è fatta più tangibile la netta divisione tra la percezione della guerra in Ucraina da parte dei più giovani e quella dei più anziani (principalmente nelle aree periferiche della sterminata campagna russa).
La chiusura ha vissuto però toni particolari proprio nelle ultime ore prima dell’annunciata chiusura di Instagram, con le principali influencer nazionali in lacrime di fronte al proprio smartphone per un saluto estremo (sperando possa essere un “arrivederci”) ai propri follower:
Il rischio di arresto ha impedito che questi personaggi da milioni di seguaci potesse farsi scappare qualche parola di troppo: molti influencer di TikTok, anzi, sono già stati assoldati dalla macchina statale per coinvolgerli nella propaganda filo-putiniana. Alcuni, però, si son lasciati sfuggire un consiglio che nemmeno la censura avrebbe potuto stigmatizzare: “usate una VPN“.
“Usate una VPN”
La VPN è diventata in Russia un elemento imprescindibile di libertà perché apre quegli accessi che lo Stato ha chiuso: è come poter travalicare con un link la cortina di ferro che la nuova Russia sta costruendo rispetto all’Occidente, con una cesura sull’informazione (online e offline) e la costruzione di una narrazione completamente posticcia per deviare la percezione locale dei fatti che avvengono a Kiev in queste ore.
Il consiglio “usate una VPN” è stato colto al volo dai più giovani e i dati pubblicati da AtlasVPN sono in tal senso clamorosi: nel giro di pochi giorni il tasso di installazione del software di “Virtual Private Network” del gruppo è cresciuto di una percentuale folle: 11253%. Per quattro giorni consecutivi, soprattutto, si sono abbattuti i record precedenti di installazioni, denotando un aumento rapido dell’adozione di questi strumenti.
Questi numeri non indicano soltanto una tendenza quantitativa, ma anche una maturazione qualitativa dell’utenza e – di conseguenza – del profilo medio della percezione che sorge attorno alla buona novella dello “zar”.
Le influencer non cambieranno il mondo, ma il loro pianto disperato ha conseguito non pochi risultati insieme ai coraggiosi appelli di giornalisti, attivisti e quanti con coraggio si stanno schierando contro la guerra direttamente sul suolo russo. I dati AtlasVPN dimostrano in modo inoppugnabile come la causa prima di questa esplosione di abbonamenti e installazioni sia direttamente ricollegabile alla chiusura di Instagram, cosa che ha reso ben più chiara la percezione di quanto stretta e perigliosa fosse la censura statale sui media.
Un boomerang per Putin, che con la propria stretta ha generato una cesura definitiva rispetto alle nuove generazioni? Possibile, e infatti è tramite il mondo dello sport che il leader sta cercando di recuperare consenso. Ma Instagram è Instagram ed il seguito delle influencer russe ha vissuto uno strappo che non potrà dimenticare facilmente. Se non aggirando i filtri (in questo caso grazie ad AtlasVPN), ovviamente.