Punto Informatico sa che Davide C. ha conseguito in Piemonte la Laurea specialistica in informatica (sistemi avanzati e servizi di rete) con 110 e lode. E ora Davide C. ha scritto al giornale per raccontare come ha tentato di partecipare ad un concorso pubblico e di come gli sia andata male, perché pur essendo un informatico provetto non ha mai conseguito la ECDL, la European Computer Driving Licence , anche se a differenza delle lauree conseguite presso le università telematiche o le università di tipo tradizionale non ha alcun valore legale è stata considerata centrale per l’acquisizione di un punteggio elevato al concorso.
Ma ecco il suo racconto.
“Cari amici di Punto Informatico, il Comune di Novi Ligure, dove risiedo, ha bandito un concorso ( qui il bando, ndr.) per un posto di lavoro a tempo determinato come “Istruttore Informatico” categoria C.
Alla notizia è stato dato ampio rilievo tramite i mezzi di comunicazione locale e, incuriosito da tutto ciò, ho deciso di leggere il bando e i requisiti per partecipare.
Tra le richieste per l’ammissione al concorso la mia attenzione viene rapita proprio dal titolo di studio: diploma di maturità di perito informatico o altro diploma di maturità di scuola media superiore ad indirizzo informatico. Ovvero diploma di scuola media superiore e uno dei seguenti attestati:
– ECDL (European Computer Driving Licence): composto da 7 moduli per un totale di almeno 60 ore. Esami finali per ciascun modulo;
– TAU (Tecnico Automazione d’Ufficio): durata 600 ore con esame di specializzazione finale;
– OPC (Operatore su Personal Computer): durata 600 ore con esame di qualifica finale.
Non posso che sobbalzare sulla sedia!
Sul sito ufficiale della ECDL si può leggere che l’ECDL non costituisce titolo legale di studio, né si configura come qualifica professionale: è piuttosto un attestato che certifica il possesso, da parte di chi l’ha conseguito, di determinate competenze informatiche di base, definite in base a uno standard internazionale . Noto inoltre nella medesima pagina che l’ECDL è la certificazione di una competenza, importante in molte professioni, ma non è una qualifica professionale e, come tale, non può essere utilizzata – ad esempio – ai fini della legge quadro n. 845 del 21 dicembre 1978.
La preparazione quinquennale di un perito informatico può valere come un corso di almeno 60 ore per acquisire competenze informatiche di base? Se la domanda è inquietante la risposta, a quanto si evince dal bando, lo è ancora di più: SÌ.
Continuando nella lettura del bando vengono specificati i punteggi relativi alle tre prove e agli eventuali punti di titolo.
“La Commissione dispone, complessivamente del seguente punteggio:
a) 30 punti per la valutazione di ogni singola prova;
b) 10 punti per la valutazione dei titoli.I titoli vengono suddivisi in quattro categorie così ripartite:
cat. I – Titoli di studio e cultura punti 3
cat. II – Titoli di servizio punti 3
cat. III – Titoli vari punti 1
cat. IV – Curriculum punti 3Nessun punteggio è attribuito al titolo di studio richiesto come requisito essenziale per l’ammissione alla selezione.”
Non avendo mai partecipato ad un concorso in un ente locale e spinto dalla curiosità di una nuova esperienza ho presentato tutto il materiale richiesto dalla domanda di partecipazione.
Dal curriculum vitae tra le varie informazioni personali si può leggere che ho conseguito la maturità scientifica, una Laurea in Informatica, una Laurea Magistrale in Informatica dei Sistemi Avanzati e dei Servizi di Rete con il punteggio di 110 e Lode, sono al terzo anno del corso di Laurea in Informatica Giuridica per conseguire un’ulteriore laurea, sono vincitore di una Borsa di Perfezionamento e Addestramento alla Ricerca, settore in cui sono attualmente ed entusiasticamente impegnato, presso il Dipartimento di Informatica dell’Università del Piemonte Orientale, ma… non ho mai conseguito la Patente Europea del Computer (ECDL).
Il 18 e il 19 luglio mi presento per svolgere le tre prove e, prima dell’ultimo esame ci vengono comunicati i punti assegnati in base ai Titoli. Un ulteriore sobbalzo!
Leggo di fianco al mio nome:
Titoli di Studio e di Cultura = 0 (ZERO).
Titoli di Curriculum = 0 (ZERO).
La curiosità che mi aveva spinto a partecipare al concorso sale e, al termine della prova finale, chiedo delucidazioni circa i punteggi attribuiti ai Titoli di Studio e Cultura. Mi è stato riferito che avendo una maturità scientifica la Laurea Magistrale in Informatica della durata di 5 (cinque) anni è stata considerata come “requisito essenziale per l’ammissione alla selezione” e non come un titolo di studio più elevato in quanto… non possessore di ECDL.
Disorientato dalla risposta, ho replicato con chiarezza “se avessi conseguito la Patente Europea del Computer mi sarebbero stati assegnati punti per i Titoli di Studio in possesso?” , la risposta chiara, sconcertante e monosillabica pronunciata dalla commissione è stata “SÌ”.
Un “SÌ” che ha ucciso sul nascere un ulteriore sobbalzo, sintomo dell’inquietante realtà che oggigiorno 60 ore di un corso base di computer possano equivalere non solo a un diploma di perito informatico ma a cinque anni di studi accademici! La delusione in questi casi è molta, indipendentemente dal fatto di essere arrivato primo, secondo oppure ultimo, il fatto dimostra schiettamente quanto possano valere ed essere valutati in alcuni concorsi pubblici anni di studi, sacrifici, gioie e dolori che hanno accompagnato i diplomati di ieri ad essere i laureati di oggi e divenire gli adulti lavoratori di domani.
Siamo giunti veramente all’inquietante necessità che un DOTTORE in Informatica debba conseguire un attestato che non costituisce titolo legale di studio, né si configura come qualifica personale per certificare le proprie competenze informatiche di base?
L’Italia spesso viene accusata di essere il fanalino di coda in riferimento al numero di laureati… forse tutto questo è mica dovuto al fatto che la maggior parte dei diplomati di oggi hanno conseguito già l’ECDL?”