Il Garante della Privacy ha annunciato la firma di un protocollo d’intesa con il Capitolo italiano di Creative Commons che prevede la semplificazione delle informative sul trattamento dei dati personali, sfruttando la famosa simbologia delle licenze per i titolari dei diritti d’autore. L’Italia è il primo paese europeo a sperimentare una simile soluzione.
Creative Commons anche per la privacy
Il protocollo disciplina la collaborazione tra il Garante e il gruppo di lavoro che rappresenta Creative Commons in Italia. L’obiettivo è verificare se il modello CC possa essere applicato alla semplificazione e alla rappresentazione grafica del contenuto delle informative sulla privacy previste dagli articoli 12, 13 e 14 del Regolamento generale sulla protezione dei dati (GDPR). In pratica l’attuale sistema di licenze per i diritti d’autore (visibile nell’immagine) potrebbe essere applicato anche al trattamento dei dati personali.
Oggi gli utenti devono leggere lunghe pagine (spesso incomprensibili) per conoscere come vengono raccolti, conservati e utilizzati i loro dati personali. Spesso quindi concedono il trattamento senza preoccuparsi delle conseguenze. Se il modello CC verrà applicato anche alla privacy, i titolari del trattamento potranno generare informative più chiare, consentendo alle persone di acquisire una maggiore consapevolezza sul loro contenuto.
Grazie al protocollo, l’Italia vuole fare da apripista e condividere i risultati della sperimentazione con altri paesi. L’obiettivo finale è creare un sistema che permetta a tutti gli stati europei di gestire la protezione dei dati in maniera coordinata. Tutta la documentazione verrà pubblicata con licenza CC BY SA 4.0 (Creative Commons Attribuzione – Condividi allo Stesso Modo).