Roma – Infostrada in Borsa? Secondo il suo boss Riccardo Ruggiero sulla via di Infostrada permangono ostacoli sistemici, come i costi delle telecomunicazioni e la mancanza di concorrenza nel settore: “le spese di TLC rappresentano il 60 per cento del fatturato e il 70 per cento di queste spese è costituito dai costi di interconnessione. Il vero nodo è la riduzione di questi costi. Il costo di utilizzo della rete Telecom deve essere orientato ai costi”.
Secondo Ruggiero i problemi sono anche quelli legati ai difficili passaggi che caratterizzano questo periodo post-monopolista: “bisogna passare dalla liberalizzazione alla concorrenza. Non si può parlare di avvio di Carrier preselection quanto per trasferire tutti i nostri clienti pare si debba aspettare il 2002”.
Dello stesso avviso anche Tele2 che ha confermato a Punto Informatico la propria intenzione di attendere prima di offrire servizi di telefonia urbana. L’operatore ritiene infatti che gli attuali costi di interconnessione non rendano possibile “offrire tariffe e servizi davvero competitivi” nel mercato delle urbane.
D’altra parte proprio Infostrada e Tele2 sono gli operatori che più di tutti gli altri si sono scagliati in queste settimane contro i listini di Telecom Italia sui quali persino l’ Authority appare divisa.
Rispetto alla quotazione in Borsa di Infostrada, invece, Ruggiero sulle pagine de IlSole24Ore ha scritto: “non si tratta di quotare un’azienda ai primi passi ma una società che ha degli asset industriali e una rete di 6mila chilometri di fibre ottiche, 2,65 milioni di clienti voce e 1,68 milioni di abbonati”.