Innocence Of Muslism , il trailer di una manciata di minuti che ha deformato l’immagine dell’Islam infiammando il Medioriente e scatenando violenze e minacce che hanno mobilitato persino la Casa Bianca, deve essere estirpato dalla Rete: forte della propria discussa vittoria in tribunale, lo chiede l’attrice Cindy Lee Garcia, sulla quale era calata una fatwa per aver recitato, doppiata, 5 secondi di un ruolo non previsto nel casting.
Garcia nel mese di febbraio si era vista riconoscere la rimozione del video da YouTube: era riuscita nel proprio intento convincendo il tribunale del fatto che il video che contiene la sua brevissima interpretazione ledesse i diritti d’autore legati alla sua performance. Google aveva tentato di combattere : aveva sottolineato non solo l’anomalia dell’interpretazione basata sul diritto d’autore e il fatto che il tribunale, nel nome del copyright, avesse calpestato la libertà dei netizen di informarsi su un tema che tanto ha fatto discutere, ma aveva messo in discussione anche le modalità dell’ordine di rimozione. A Google era stata imposta la cancellazione di tutte le copie del video da tutte le piattaforme di cui è responsabile , a partire dai link esemplificati dall’attrice per arrivare a rimuovere tutte le altre numerose occorrenze caricate in Rete dagli utenti. Senza dimenticare di “adottare misure ragionevoli per impedirne i caricamenti futuri”.
Mountain View si era rassegnata all’eliminazione dei video da YouTube, senza rinunciare però a segnalare la propria contrarietà all’imposizione.
A Garcia l’atteggiamento di Google non è piaciuto affatto: piccata per il messaggio “oltraggioso” che segnala l’indisponibilità del video, resasi conto che un contenuto caricato in Rete è pressoché insopprimibile, la donna è tornata a rivolgersi al tribunale per denunciare l’ inadempienza da parte della Grande G.
Garcia chiede che Google non si limiti a rendere non disponibili i video caricati sui server di YouTube, ma ne chiede la cancellazione , così che ci si possa assicurare che non siano visibili anche al di fuori dagli Stati Uniti , giurisdizione per cui è stata emessa la decisione del tribunale. Mountain View, inoltre, dovrebbe adoperarsi per rimuovere anche le copie non segnalate nei documenti ufficiali: basterebbe “mettere al lavoro uno stagista”, si suggerisce nella denuncia, per stroncare sul nascere la circolazione del trailer su YouTube, ma anche su tutti i siti che Google rende raggiungibile con il motore di ricerca .
Poco importa che si tratti di un articolo di un quotidiano autorevole o di un file condiviso dagli utenti indicizzato da un sito dedicato ai torrent: secondo l’accusa Google starebbe approfittando della popolarità di Innocence of Muslims per disseminare pubblicità presso gli utenti che tentino di rintracciare il trailer in Rete. Per questo Mountain View non può esimersi dal collaborare: l’attrice e il suo avvocato propongono che Google venga punita con una sanzione di 150mila dollari per ognuno degli 852 link segnalati.
Google non ha espresso alcun commento riguardo alla denuncia presentata dall’attrice.
Gaia Bottà