Con decreto attuativo appena pubblicato in Gazzetta ufficiale, diventa realtà il voucher per l’Innovation Manager a cui potranno attingere le piccole e medie imprese italiane. Con questo provvedimento il Governo tende la mano alle PMI nel percorso di trasformazione digitale che può/deve far fare un fondamentale passo in avanti ad una fascia di aziende che troppo spesso rimane al palo in virtù della carente fiducia negli investimenti in innovazione.
Lo dicono le statistiche e lo dice una semplice fotografia del paese: le PMI, parte fondamentale del tessuto imprenditoriale ed aziendale italiano, soffocate da una miriade di problematiche (spesso e volentieri di origine burocratica e di rapporti con la pubblica amministrazione) debbono essere in qualche modo spinte verso il futuro. Per questo motivo la legge di bilancio 2019 intende fare qualcosa per incoraggiarne gli investimenti in tal senso, individuando dapprima le modalità, quindi gli strumenti necessari e infine una politica di incentivo che possa favorirne l’impegno.
Voucher per l’Innovation Manager
Su questo capitolo il Governo ha messo ad oggi 75 milioni di euro per gli anni 2019, 2020 e 2021. Il voucher è pensato per consentire alle PMI di far leva su consulenti dedicati che possano favorire l’implementazione delle tecnologie abilitanti previste dal Piano Nazionale Impresa 4.0.
L’incentivo proposto, e che andrà valutato sulla base della reale adozione da parte delle aziende, è pari a:
- 40.000 euro per le micro e piccole imprese nel limite del 50% della spesa;
- 25.000 euro per le medie imprese nel limite del 30% della spesa;
- 80.000 euro per le reti d’impresa nel limite del 50% delle spese sostenute.
Appare chiaro come un incentivo simile non sarebbe necessario se per contro non ci fosse un’incrollabile resistenza all’innovazione, ma al tempo stesso è chiaro come le PMI sarebbero molto più propense ad investire per innovare se solo il contesto giuridico ed economico fosse maggiormente favorevole all’impresa. L’intervento governativo tenta quindi di spezzare questo ciclo vizioso, auspicando una rivoluzione virtuosa che faccia dell’innovazione una leva di crescita ad alto valore aggiunto.
Con successivi provvedimenti, il MISE fornirà indicazioni sulle modalità e i termini per l’iscrizione all’elenco dei manager abilitati a fornire le consulenze, e per la presentazione delle domande di agevolazione da parte delle PMI e delle reti d’impresa. L’obiettivo è quello di essere pienamente operativi entro il mese di settembre.
Spese ammissibili e ambiti di intervento
Un documento pubblicato dal MISE esplicita alcuni degli elementi fondamentali del provvedimento, snocciolando i parametri per rientrare tra le aziende che possono avere accesso al voucher e precisando quali possano essere gli ambiti di intervento contemplati dall’incentivo.
Si considerano ammissibili al contributo le spese sostenute a fronte di prestazioni di consulenza specialistica rese da un manager dell’innovazione qualificato, indipendente e inserito temporaneamente, con un contratto di consulenza di durata non inferiore a nove mesi, nella struttura organizzativa dell’impresa o della rete.
Nello specifico, questi gli ambiti di intervento entro cui l’Innovation Manager è chiamato ad agire:
- big data e analisi dei dati;
- cloud, fog e quantum computing;
- cyber security;
- integrazione delle tecnologie della Next Production Revolution (NPR) nei processi aziendali, anche e con particolare riguardo alle produzioni di natura tradizionale;
- simulazione e sistemi cyber-fisici;
- prototipazione rapida;
- sistemi di visualizzazione, realtà virtuale (RV) e realtà aumentata (RA); h) robotica avanzata e collaborativa;
- interfaccia uomo-macchina;
- manifattura additiva e stampa tridimensionale;
- internet delle cose e delle macchine;
- integrazione e sviluppo digitale dei processi aziendali;
- programmi di digital marketing, quali processi trasformativi e abilitanti per l’innovazione di tutti i processi di valorizzazione di marchi e segni distintivi (c.d. “branding”) e sviluppo commerciale verso mercati;
- programmi di open innovation.
“Gli incarichi manageriali“, aggiunge il MISE, “possono inoltre indirizzare e supportare i processi di ammodernamento degli assetti gestionali e organizzativi, compreso l’accesso ai mercati finanziari e dei capitali“.