Roma – Denaro e normative più stringenti sono le due chiavi sulle quali si vuole muovere il Governo per dare una scossa alle piccole e medie imprese che non spingono sull’innovazione e che dalla tecnologia potrebbero ricavare nuovi strumenti di crescita, di competizione e di occupazione.
Il nuovo Piano per l’innovazione digitale nelle imprese è stato ufficialmente annunciato ieri dai ministri Lucio Stanca (Innovazione) e Antonio Marzano (Attività produttive) e su di esso si giocherà una parte consistente della credibilità del Governo in materia di innovazione.
Il piano prevede di stimolare investimenti pubblici e privati puntando su riqualificazione della produzione, sostegno all’hi-tech e migliori connessioni produttive tra centri di ricerca e imprese di settore. L’idea è che “per ogni euro investito in ICT il prodotto cresca di circa 1,8 euro” .
Due le fasi previste per il Piano.
Nella prima si punta a infilare nei progetti delle imprese 62 milioni di euro con ulteriori supporti finanziari da attivare grazie a svariate normative di sostegno già operative: i premi per l’innovazione della 488/92, con 530 milioni di euro di fondi; il venture capital della 388/00, con fondi per 227 milioni; la finanziaria 2003, con fondi per 25 milioni di euro.
Nella seconda fase si punta ad una legge di intervento, da inserire nella prossima finanziaria, con misure economiche, fiscali e di assetto imprenditoriale, ma anche regolamentari (tutela dei brevetti e della proprietà industriale), di comunicazione e formazione per la “cultura dell’innovazione” e di organizzazione. In questo senso si pensa ad un “Comitato per il raccordo delle iniziative promosse dalle Istituzioni competenti in materia di innovazione tecnologica nelle imprese”.
Sui brevetti il Piano offre anche un brivido: “Nell’ambito della riorganizzazione assume un ruolo centrale il progetto di deposito elettronico dei marchi e dei brevetti, che avverrà in stretta collaborazione con il Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti”.
La presentazione ufficiale con i condimenti del caso è pubblicata sul sito del ministero all’Innovazione .