La Direzione Centrale Studi e Ricerche di INPS ha pubblicato un interessante rapporto che esamina il grado di soddisfazione dei dipendenti dell’Istituto impegnati con lo smart working per ragioni legate alla crisi sanitaria.
Il rapporto di INPS sui dipendenti in smart working
In termini generali la valutazione è positiva con una quota importante dei collaboratori interpellati che ha apprezzato in particolare la flessibilità offerta da questa modalità di lavoro.
I risultati indicano una valutazione globalmente positiva da parte dei dipendenti, che associano allo smart working elementi di maggior flessibilità, quali un miglior bilanciamento vita-lavoro, sebbene con sfumature legate alle condizioni di contesto e in relazione al genere, all’età e al profilo professionale del rispondente.
Sono però emersi alcuni problemi, gli stessi che hanno interessato pressoché qualsiasi realtà che in modo repentino si è vista costretta ad adottare le modalità dello smart working per rimanere operativa.
Tra gli aspetti maggiormente problematici, si rilevano le difficoltà legate all’espansione del tempo di lavoro e i timori legati alla possibilità che lo smart working possa pregiudicare la collaborazione tra colleghi. La valutazione generale da parte degli uomini è tendenzialmente migliore di quella riportata dalle donne. Non si rilevano relazioni significative tra quota di smart working e produttività di sede.
Dando uno sguardo al rapporto si apprende che per l’87,61% dei dipendenti si è trattato della prima esperienza di questo tipo.
Il grafico di seguito fotografa invece pro e contro dell’attività da remoto, mettendo in evidenza le differenze tra le diverse fasce d’età. Sotto i 35 anni è apprezzata soprattutto la possibilità di conciliare meglio vita e lavoro, sopra i 55 anni aumenta la percentuale di chi afferma di aver lavorato di più e di chi ha avuto la sensazione “di non staccare mai la spina”.
È maggiore tra i più giovani la percentuale di chi continuerebbe a lavorare da remoto in forma esclusiva, mentre sopra i 55 anni si avverte di più l’esigenza di tornare in ufficio.
L’ultimo grafico tira un po’ le somme dell’indagine, fotografando come una buona parte dei dipendenti INPS (oltre il 40%) ritenga migliorata la produttività durante il periodo trascorso in smart working.
È possibile consultare la versione integrale del rapporto attraverso il link a fondo articolo. Rimanendo in tema ricordiamo la recente nomina di Vincenzo Di Nicola come Responsabile per l’Innovazione Tecnologica e la Trasformazione Digitale dell’Istituto.