La malattia conclamata da COVID-19 viene gestita come ogni altro evento di malattia comune. È questa in sostanza l’indicazione fornita oggi da INPS in una nota che focalizza l’attenzione sui lavoratori privati dal titolo “Misure di tutela del periodo di quarantena”. Un tema argomento di discussione soprattutto in un momento come questo, con la crisi sanitaria che è tornata a farsi sentire e con una massiccia adozione su larga scala dello smart working.
Quarantena e malattia: la comunicazione dell’INPS
Il riferimento è al decreto Cura Italia della primavera scorsa che “ha disposto, ai fini del trattamento economico, l’equiparazione della quarantena alla malattia”. Per il riconoscimento è necessario che il medico curante fornisca il certificato relativo al periodo di quarantena.
Ai lavoratori aventi diritto alla tutela previdenziale della malattia a carico dell’Istituto, viene quindi riconosciuta una indennità economica previdenziale, con correlata contribuzione figurativa.
Insomma, quando sottoposti a regime di quarantena per ragioni legate a COVID-19 si può beneficiare della tutela prevista in un normale stato di malattia ed è possibile considerarsi sollevati dalle proprie mansioni, anche se asintomatici e con possibilità di accedere agli strumenti per svolgerle da remoto.
Per i lavoratori dipendenti in possesso del riconoscimento di disabilità con connotazione di gravità o in possesso di una condizione di rischio per immunodepressione, esiti da patologie oncologiche o terapie salvavita, il periodo indicato nel certificato di malattia prodotto dal lavoratore è equiparato a degenza ospedaliera.
Per ogni ulteriore chiarimento l’invito di INPS è a consultare il messaggio 3871 del 23 ottobre 2020 relativo alle “istruzioni operative riguardanti il conguaglio delle somme anticipate dai datori di lavoro”.