Settembre sarà l’ultimo mese con il PIN dell’INPS. Si tratta di un mostro sacro degli ultimi anni, una sorta di dinosauro di una “Fase A” che in molti sperano ormai archiviata: era questo il canale di accesso a tutti i servizi online erogati dall’Istituto Nazionale di Previdenza, ma era strutturato con paradigmi vecchi e ormai superati. L’arrivo dello SPID ha fatto intravedere come le cose sarebbero cambiate ed il fatto che ora il PIN si appresti a scomparire testimonia al meglio quanto il Covid abbia ferocemente accelerato un certo tipo di evoluzione.
L’attuale contesto di trasformazione digitale e le nuove opportunità offerte dalle tecnologie e dai dispositivi mobili, che elevano i livelli di interattività con gli utenti e favoriscono la compartecipazione di tutti gli attori nelle pratiche di creazione e distribuzione del servizio pubblico, consentono all’Istituto di avvalersi del sistema di identità digitale SPID come infrastruttura strategica per il Paese e come impulso decisivo alla modernizzazione dei servizi in chiave di inclusione e partecipazione digitale.
L’Istituto intende quindi procedere allo switch-off dal PIN allo SPID in considerazione degli evidenti vantaggi a favore sia delle politiche nazionali di digitalizzazione sia del diritto dei cittadini alla semplificazione del rapporto con la pubblica Amministrazione.
Il PIN, insomma, va in pensione: la sua fase operativa termina il 1 ottobre, dopodiché inizia una fase intermedia per un morbido passaggio del testimone. Una volta traslata l’utenza verso nuovi sistemi di autenticazione, il vecchio sistema sarà definitivamente archiviato e disattivato. Non c’è ancora una data e molto dipende dalla velocità con cui gli utenti si adatteranno alle nuove modalità.
Addio PIN, in bocca al lupo SPID
La procedura di abbandono del vecchio PIN è regolata dalla circolare INPS 17 luglio 2020 n.87 che prevede una prima fase transitoria per arrivare in modo morbido allo switch off. Sono in fatti questi mesi molto particolari per il sito INPS, dove cittadini e imprese possono rivolgersi per l’erogazione dei famigerati bonus con cui si sta cercando di sostenere il rilancio post-lockdown. Un cambiamento repentino potrebbe essere un ostacolo per troppe persone, dunque per alcuni mesi PIN e SPID continueranno a convivere pur ricordando ai possessori delle vecchie credenziali che è necessario procedere al cambio.
A partire dal 1 ottobre, tuttavia, non sarà più rilasciato alcun PIN, a parte alcune necessarie eccezioni:
Il PIN dispositivo sarà mantenuto per gli utenti che non possono avere accesso alle credenziali SPID, come i minori di diciotto anni, le persone che non hanno documenti di identità italiana o le persone soggette a tutela, curatela o amministrazione di sostegno, e per i soli servizi loro dedicati. Tutti gli altri utenti dovranno pertanto dotarsi di credenziali di autenticazione alternative al PIN.
Con il PIN scomparirà altresì il PIN dispositivo, quel codice il cui possesso era anzitempo legato ad una visita in persona presso uno sportello fisico INPS: lo SPID (strumento nato nel 2014) consentirà di dimenticarsi di tutto ciò, gettandosi alle spalle un modo di essere “digitale” che oggi non è più in linea con le esigenze odierne. Le vecchie credenziali resteranno al momento valide fino a naturale scadenza o comunque fino al termine della fase transitoria di futura definizione. Chiunque intenda informarsi oggi su come e dove registrare la propria utenza sul Sistema Pubblico di Identità Digitale (ormai prossimo ai 10 milioni di account attivi) può fare riferimento alla nostra guida allo SPID.
A fianco dello strumento SPID, va ricordato, sono a disposizione anche la Carta d’Identità Elettronica (CIE) e la Carta Nazionale dei Servizi (CNS): le nuove leve crescono, la vecchia generazione lascia il passo.