Uno studio recente sostiene che l’utilizzo di ChatGPT (così come degli altri strumenti di intelligenza artificiale generativa) per studiare potrebbe avere conseguenze dannose. E nelle mani degli insegnanti, invece? Come abbiamo già avuto modo di scrivere, anche questo fenomeno è in forte ascesa.
ChatGPT nelle mani degli insegnanti
Un interessante articolo pubblicato nel fine settimana da CNN raccoglie alcune testimonianze, direttamente da esponenti della categoria, utili per capire in che modo il corpo docente possa trarne vantaggio. Diane Gayeski, professoressa dell’Ithaca College, afferma ad esempio di farne uso per la correzione dei compiti consegnati dai suoi alunni.
Il miglior modo di guardare all’IA per le valutazioni è come a un assistente che può eseguire una prima lettura. Ed è piuttosto bravo in questo compito.
L’insegnante si spinge oltre, mostrando poi agli studenti i feedback ricevuti dall’intelligenza artificiale e il modo in cui i testi sono stati riscritti, così che possano trarne consigli utili. ChatGPT è dunque visto come un’opportunità, sia per chi siede tra i banchi sia per chi si trova alla cattedra.
Non tutti la pensano allo stesso modo. E i dubbi manifestati da chi ritiene che l’avvento dell’IA possa aver un impatto negativo sul mondo della scuola sono altrettanto legittimi. Così come spesso avviene quando ci si trova di fronte a un’innovazione, solo la definizione di regole precise, ragionevoli e soprattutto realmente applicabili, potrà essere d’aiuto.
IA nella scuola: dentro o fuori, la soluzione (che non c’è)
Nascondere la testa sotto la sabbia e far finta che ChatGPT non esista, non è la soluzione ideale, né rappresenta un approccio lungimirante. Di certo, non lo è nemmeno lasciare che lo strumento sia utilizzato di nascosto per risparmiare tempo, anche in considerazione della sua natura, che spesso mostra il fianco a comportamenti anomali.
Tornano alla mente i tempi in cui si discuteva dell’utilizzo dello smartphone a scuola, un dispositivo da qualcuno visto come il male assoluto da debellare e da altri come un valido alleato nello studio. Oppure, quando si iniziò a proporre gli eBook come versioni alternative (e decisamente più leggere) dei tradizionali libri cartacei. Oggi sono impiegati da un numero non indifferente di istituti.