Inseguono l'FBI che ha distrutto i loro PC

Inseguono l'FBI che ha distrutto i loro PC

Ad una coppia di New York sono stati ingiustamente requisiti computer che, dopo sei mesi, sono stati restituiti danneggiati. Dati cancellati, danni finanziari, impresa chiusa. Ora vogliono milioni di dollari
Ad una coppia di New York sono stati ingiustamente requisiti computer che, dopo sei mesi, sono stati restituiti danneggiati. Dati cancellati, danni finanziari, impresa chiusa. Ora vogliono milioni di dollari


Albany (USA) – Una piccola storia sta facendo rapidamente il giro della rete perché con ogni probabilità non riguarda solo i suoi due protagonisti ma quanti si trovano, loro malgrado, coinvolti in indagini dei cybercop americani dell’FBI.

Si tratta del caso di Richard e Susan Hallock, piccoli imprenditori di New York che nel 2000 hanno subito una indagine da parte dell’FBI perché Richard era sospettato di traffico di immagini pornopedofile. Un traffico che, però, non è mai stato provato al punto che l’uomo da tempo non è più indagato. Durante le indagini, però, l’FBI ha requisito svariato materiale dell’azienda informatica gestita dai due, compresi nove computer e altri supporti. Sei mesi dopo, quando li ha restituiti, quattro dei computer erano fuori uso e alcuni hard disk erano completamente privi di dati. Nel frattempo l’azienda degli Hallock ha dovuto chiudere i battenti e i due sono stati sommersi dai debiti.

Per queste ragioni un giudice lo scorso marzo ha approvato il ricorso degli Hallock contro i singoli agenti dell’FBI individuati dalla coppia come personalmente responsabili per l’accaduto. E a quei cybercop ora vengono chiesti 4,4 milioni di dollari di danni. L’avvocato degli Hallock ha dichiarato che “ora vivono in Florida, dopo aver perso l’azienda, i computer, la casa, tutto”.

Secondo il loro avvocato l’indagine era scattata perché qualcuno aveva catturato i dati della carta di credito di Hallock e li aveva usati per aprire un sito di pornografia illegale. Un furto di identità digitale , dunque, che è costato caro ai due imprenditori.

L’esito del caso è evidentemente del tutto aperto e gli osservatori sembrano escludere che prima del processo che ora si celebrerà si potrà trovare un accordo tra le parti, visto l’ammontare dei danni stimati dagli Hallock. Inutile dire però che sul caso in molti tengono gli occhi puntati: sono sempre di più le indagini che coinvolgono il sequestro di materiale informatico in tutti gli Stati Uniti.

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Pubblicato il
18 nov 2003
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