Vere e proprie cyberfarfalle sono state realizzate presso i laboratori della Cornell University . Gli insetti con innesti elettronici sono il risultato del lavoro del professor David Erickson , supportato dal suo team presso il dipartimento di ingegneria meccanica ed aerospaziale. Per la creazione delle falene bioniche i ricercatori hanno deciso di iniziare il loro lavoro durante i primi stadi di crescita degli insetti.
Tra le caratteristiche della Manduca Sexta , la specie scelta per gli esperimenti, c’è un ciclo di vita che comprende quattro tappe: uovo, larva, pupa e insetto adulto. Ciascuno di questi stadi si presenta con morfologie e caratteristiche molto differenti : grazie agli studi di Erickson è stato possibile impiantare dei “dispositivi nanofluidi” già all’interno della larva o della pupa, vale a dire all’interno di insetti non ancora del tutto maturi.
Le notevoli capacità rigenerative che corrispondono alla muta da uno stadio all’altro, garantiscono la possibilità di inserire una qualche forma di dispositivo elettronico nella futura falena, che verrà “integrato” dai tessuti e dalle strutture organiche dell’insetto durante la crescita, realizzando così una efficiente e stabile interfaccia organico-elettronica .
I vantaggi sono un indubbio costo inferiore rispetto a soluzioni totalmente elettroniche, unito ad una più ampia varietà di possibili applicazioni per i cyberinsetti: dalla sorveglianza alla ricerca di esplosivi o sostanze tossiche, tutto sarà reso possibile dalla capacità di controllare il volo e la posizione degli sciami o del singolo individuo, senza dover perdere tempo ad elaborare sistemi nervosi e appendici alari che la Natura ha già affinato nel corso di millenni.
Le farfalle cyborg non sono una notizia recentissima , ma se ne parla molto in questi giorni dopo che alcune foto e addirittura un filmato (ritirato dall’autore) sono comparsi online per mostrare i primi frankestein prodotti in laboratorio, a dispetto di chi dava per spacciato questo progetto più di un anno fa.
E se tutto questo sembra già visto o già sentito, niente di strano: la Cornell University non fa altro che tentare di soddisfare le richieste a sfondo militare della solita DARPA , l’agenzia per la ricerca del Pentagono, che è alla finestra ad attendere nuove idee ed esperimenti di successo dopo aver già investito , a quanto si dice, un paio di milioni di dollari.
“DARPA è alla ricerca di proposte innovative per sviluppare la tecnologia di creazione di cyberinsetti” si legge in una nota dell’agenzia governativa: “L’obiettivo finale di questo programma è la realizzazione di un insetto capace di giungere in un raggio di cinque metri da un obiettivo posto a centinaia di metri di distanza, utilizzando un controllo remoto o un GPS”.
Lo scopo , manco a dirlo, è la sorveglianza invisibile di luoghi o persone, un po’ come cercano di fare in Cina coi piccioni , o peggio . Sempre che gli spiati non adottino una altrettanto efficace, quanto poco tecnologica, contromisura . Di mezzo, intanto, ci vanno le farfalle.
Luca Annunziata