Instant messaging, per ricordare e dimenticare

Instant messaging, per ricordare e dimenticare

WhatsApp e Viber offrono rispettivamente una funzione per rintracciare rapidamente i messaggi preferiti e una funzione per cancellare a distanza i messaggi inopportuni
WhatsApp e Viber offrono rispettivamente una funzione per rintracciare rapidamente i messaggi preferiti e una funzione per cancellare a distanza i messaggi inopportuni

Per soddisfare le esigenze degli utenti fedeli, per conquistare nuovi utenti con le loro reti di contatti, le app dedicate alla comunicazione mobile sfoderano funzioni su funzioni, nel tentativo di differenziarsi, o di rincorrere la concorrenza. WhatsApp e Viber, la cui offerta è finita per convergere dopo che entrambe hanno scelto di valorizzare sia l’aspetto testuale che chiamate e videochiamate, hanno svelato delle novità per i rispettivi utenti: l’une supporta gli utenti nel ricordo, l’altra tenta di sedurli con l’oblio.

Whatsapp

WhatsApp, con la versione 2.12.367 in fase di rilascio a favore degli utenti Android , offre la possibilità di contrassegnare dei messaggi come importanti : selezionando un messaggio, la comparsa del menù contestuale permetterà di classificarlo con una stelletta, e di stoccarlo in una sezione dedicata che ne faciliti il reperimento e la rilettura.
L’update dell’applicazione, inoltre, mette a disposizione le anteprime dei link scambiati: potranno essere visualizzati sotto forma di titolo, insieme ad un’immagine che rappresenta il contenuto a cui puntano.

Viber

Viber, che a differenza di WhatsApp ha storicamente puntato di più sulle conversazioni vocali e video, offre ora una funzione per tentare di spiccare nell’ambito della messaggistica testuale. A partire dalla versione 5.6.5 per Android e iOS , oltre a permettere di allegare documenti, presentazioni, archivi e altri file direttamente nell’app, Viber consente di agire sui messaggi inviati anche nelle cronologie dei destinatari. È possibile dunque cancellare un messaggio di cui ci sia pentiti, rimuovendolo dalla memoria del dispositivo di chiunque l’abbia ricevuto , prevenendo così l’eventuale diffusione anche presso terzi.

Gaia Bottà

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Pubblicato il
27 nov 2015
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