Smart working e didattica a distanza hanno spinto le vendite di PC nel 2020, quindi non sorprende che i maggiori profitti per Intel derivino da questo settore. Il Client Computing Group ha fatto registrare un incremento del 9% rispetto al quarto trimestre 2019. Complessivamente le entrate sono diminuite dell’1%, mentre l’utile netto è diminuito del 15% a causa dell’aumento delle tasse e delle spese per ricerca e sviluppo.
Profitti record dalle vendite di notebook
Il bilancio relativo al quarto trimestre 2020 riporta entrate per 20 miliardi di dollari e un utile netto per 5,9 miliardi di dollari. Oltre il 50% delle entrate, ovvero 10,9 miliardi di dollari deriva dal Client Computing Group. Le vendite di processori sono aumentate del 33% rispetto al quarto trimestre 2019, principalmente grazie ai modelli per notebook (+30%).
Intel ha incrementato i volumi di produzione dei chip a 10 nanometri (Ice Lake e Tiger Lake), ma deve ancora risolvere i problemi con la tecnologia di processo a 7 nanometri. Il nuovo CEO Pat Gelsinger ha dichiarato che la maggioranza dei processori saranno a 7 nanometri nel 2023 (anche l’architettura Alder Lake, attesa entro fine anno, sarà a 10 nanometri).
Il risultato migliore è arrivato da Mobileye, la divisione che si occupa delle tecnologie per i veicoli a guida autonoma: entrate per 333 milioni di dollari (+39%). Dati negativi invece per gli altri segmenti di business: Data Center Group (-16%), IoT Group (-16%), Non-volatile Memory Solutions Group (-1%) e Programmable Solutions Group (-16%).
Considerando l’intero anno 2020, le entrate sono aumentate dell’8% (da 72 a 77,9 miliardi di dollari), mentre gli utili netti sono diminuiti dell’1% (da 21 a 20,9 miliardi di dollari). Per il primo trimestre 2021 è previsto un calo delle entrate del 12%.