Intel ha reso noti i risultati finanziari relativi al terzo trimestre del 2015, un periodo in cui Chipzilla ha prevedibilmente sofferto il declino continuato del mercato dei PC e che tuttavia si è chiuso con numeri superiori alle aspettative degli analisti di Wall Street.
I ricavi totali degli ultimi tre mesi sono infatti ammontati a 14,5 miliardi di dollari, in leggero calo rispetto allo stesso periodo del 2014 (-0,7 per cento) e comunque maggiori dei 14,2 miliardi di dollari preventivati dai suddetti analisti. I profitti netti sono stati pari a 3,1 miliardi di dollari, in sensibile calo rispetto all’anno scorso (-6 per cento).
Prevedibilmente, a far male ai conti di Santa Clara è soprattutto il comparto facente capo al “Client Computing Group”, vale a dire i chip x86 per computer che valgono più della metà del business totale (8,5 miliardi di dollari) ma scendono del -7 per cento anno su anno. La situazione del settore è ben nota , e Intel è una delle corporation che più accusa la contrazione delle vendite di PC.
Il business di Santa Clara va però molto meglio negli altri comparti , con il gruppo Data Center che cresce del 12 per cento (4,1 miliardi di dollari), il gruppo Internet delle Cose che cresce del 10 per cento (581 milioni di dollari) e il Software che resta stazionario con i suoi 556 milioni di dollari.
“Abbiamo realizzato correttamente i nostri obiettivi nel terzo trimestre e ottenuto risultati solidi in una situazione economica difficile”, dice il CEO Brian Krzanich nel comunicato ufficiale di Intel, e al di là dei numeri contingenti il terzo trimestre ha visto il lancio del nuovi processori Core di sesta generazione (Skylake) e della tecnologia di memoria 3D XPoint .
I chip Skylake sono stati accolti “entusiasticamente” dai clienti, dice ancora Intel, mentre per il quarto trimestre dell’anno l’azienda prevede di incamerare ricavi per 14,8 miliardi di dollari con una possibile differenza (in più o in meno) di 500 milioni di dollari.
Alfonso Maruccia