Roma – Sembrerà strano, ma a certi livelli, sebbene non si badi a spese, è sempre più difficile da parte delle grandi aziende trovare ingegneri con l’esperienza e le capacità necessarie a portare avanti con celerità progetti da centinaia di milioni di dollari. E se tutto ciò è vero già per aziende di medio calibro, per quelle che guidano un mercato così competitivo quale il mercato dei processori, come Intel e AMD , il discorso si fa ancor più serio.
Le maggiori difficoltà che le due aziende incontrano riguardano soprattutto il reperimento di ingegneri esperti nello sviluppo di architetture per microprocessori. Intel, ad esempio, non riesce a trovare abbastanza ingegneri per portare a termine, in tempi brevi, lo sviluppo di Merced, mentre AMD ha persino pubblicato una sorta di “I want you!” presso il suo sito per ricercare ingegneri da adoperare nella progettazione della sua ottava generazione di CPU. Questa nuova generazione di processori è conosciuta con il nome in codice di SledgeHammer (letteralmente: martello da fabbro) e la loro caratteristica principale sarà quella di avere un’architettura che gli consentirà di operare in una modalità a 64 bit pur mantenendo la compatibilità con il software a 32 bit.
Capite bene che i cervelli che guidano questi progetti operano ai massimi stadi della tecnologia e a tali livelli già poter vantare qualche anno di esperienza è cosa notevole. Per questo molto spesso vengono letteralmente strappati dalle mani di altre aziende con contratti da capogiro, vivono segregati all’interno dell’azienda e il loro stato di salute, sia fisica che mentale, è tenuto strettamente sotto controllo: se un capo progetto dovesse scomparire per un banale incidente di macchina, oppure venisse rapito e obbligato a divulgare ciò che sa, per l’azienda il danno potrebbe essere inestimabile.
E la guerra dietro le quinte fra Intel e AMD si potrebbe proprio spostare anche su questo campo. AMD, naturalmente, è quella che rischia di più visto che, fra i due, è il pesce più piccolo. Per sua fortuna però può vantare uno stuolo di giovani e brillanti ingegneri che finora hanno dimostrato un forte attaccamento all’azienda, anche in momenti davvero difficili della sua vita.