Presto la vita per i ficcanasi dei laptop altrui potrebbe diventare più difficile: lo sostiene Intel , che sta lanciando la sua Anti-Theft Technology , un sistema per impedire l’accesso non autorizzato alle informazioni contenute nei computer portatili.
“Si tratta di un sistema che blocca il computer e l’hard disk, in modo che non se ne possa fare alcun uso illegittimo e catturare i dati contenuti all’interno”, ha detto il Vice President di Intel Mobility Group, Dadi Perlmutter, nel corso della presentazione all’Intel Developer Forum ( IDF ) di Shanghai.
Punto di forza della soluzione, aggiunta ad Active Management Technology di Intel e a cui collaborano anche altri costruttori, è l’ intervento a livello hardware, che offre agli amministratori un modo per controllare meglio la dispersione non autorizzata di informazioni. Il nuovo sistema di Intel, che fa utilizzo della componente BIOS, secondo l’azienda differisce da molti altri metodi ( fisici , software o assicurativi).
Mancano in realtà ancora una serie di dettagli, come quelli sulla “consistenza” del blocco e – una volta in atto – sullo stato di (in)accessibilità dei dati. Secondo alcuni l’integrazione, molto profonda, scoraggerebbe il furto perché quel laptop non accetterebbe altre memorie di massa se non quella originale: diventerebbe dunque inutile sottrarlo per riutilizzarlo o rivenderlo.
Non è nota neppure la consistenza dei dati sulla memoria di massa, qualora dovesse scattare il blocco. La cifratura, infatti, pur fornendo al titolare ampie garanzie contro l’accesso non autorizzato, non impedisce che le informazioni possano essere ugualmente sottratte: spesso, i laptop vengono trasportati in modalità standby o in sospensione e con veloci interventi sulla componentistica si potrebbe – con la necessaria preparazione e attrezzatura – procedere al furto di dati, anche se cifrati .
Marco Valerio Principato
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