Non è andata poi troppo male: anzi, i numeri relativi al terzo trimestre del 2008 (Q3) presentati da Intel agli analisti sono stati superiori alle attese. Tutto questo nonostante il deterioramento progressivo dell’economia mondiale registrato in questi mesi: tanto che Paul Otellini , CEO del chipmaker di Santa Clara, si dichiara ottimista per il futuro. A sentir lui, le cose per BigI non potrebbero andare meglio di così.
Secondo quanto annunciato , la situazione economica di Intel è tutto sommato rassicurante: pochi debiti, 12 miliardi di dollari (quasi 9 miliardi di euro) messi da parte per affrontare tempi difficili proprio come questi, fatturato in crescita. L’ultimo quarto ha fatto registrare un nuovo record, con gli utili che si sono assestati sui 3,1 miliardi di dollari (2,3 miliardi di euro) a fronte di entrate complessive di 10,2 miliardi (7,5 miliardi di euro). Nel complesso si tratta di una crescita di circa il 35 per cento rispetto al trimestre precedente, superiore persino alle attese più ottimistiche.
La domanda per i nuovi chip mobili Atom è stata talmente ampia che Intel non è riuscita a farvi fronte: nonostante questo, il 45 per cento degli introiti del chipmaker arrivano ormai esclusivamente dal segmento popolato da notebook e netbook, pronto ad allargarsi anche a nuovi dispositivi dedicati esclusivamente alla navigazione in mobilità (MID) il cui sbarco in forze sul mercato sembra essere imminente. In ogni caso, Intel si dichiara fiduciosa di riuscire a colmare il divario tra domanda e offerta entro la fine dell’anno fiscale, in tempo per produrre tutto lo stuolo di gadget che dovrebbe finire sotto l’albero durante le Feste.
Alla luce di tutto questo, quindi, a Santa Clara dormono sonni relativamente tranquilli. Non ci saranno probabilmente tagli al personale, visto che una ristrutturazione è stata già compiuta negli anni passati, e non ci saranno neppure tagli allo sviluppo dei nuovi prodotti : le prossime CPU da 32nm restano in dirittura d’arrivo sul mercato entro il prossimo anno, e per Otellini non ci saranno conseguenze preoccupanti sugli ordinativi dei prossimi trimestri.
Il risultato positivo di Intel nel Q3 va tuttavia sicuramente letto anche in quest’altra prospettiva: gli introiti di questo periodo sono conseguenza di ordini fatti molti mesi addietro , quando la crisi economica planetaria era meno complessa di quella attuale. Pertanto, saranno il Q4 e il Q1 del nuovo anno fiscale a offrire un reale spaccato della situazione ordinativi per BigI: ciò nonostante, Otellini dichiara di non aspettarsi una flessione macroscopica dei numeri della sua azienda, visto che “vendiamo gli strumenti per la produttività”.
Il ragionamento di Otellini è dunque il seguente: oggi i computer sono uno strumento centrale nello sviluppo del business , sono anzi fondamentali per qualunque attività imprenditoriale dedita al profitto. Non possono essere più considerati un bene superfluo, una voce da tagliare rapidamente dai bilanci in periodi di magra tanto se ne può fare a meno . Da qui la sicurezza mostrata agli analisti, che probabilmente è stata anche rafforzata dal tentativo di non mostrare debolezze che potrebbero causare situazioni difficili in borsa.
Una strategia che pare aver funzionato, visto che i titoli Intel sono tra i pochi a non rischiare il tracollo nella giornata del 15 ottobre nel clima molto pesante che si respira Wall Street. Il chipmaker non è l’unico colosso a dover affrontare il problema della crisi economica, anche se non tutti sembrano avere al momento la stessa fortuna. Per una Apple (tra le meno penalizzate dai mercati) che annuncia nuovi netbook e guadagna l’apprezzamento degli analisti, c’è Dell che invece non fa registrare un buon momento di forma: almeno agli occhi degli addetti ai lavori.
In ogni caso, i giganti di Silicon Valley dovrebbero essere in grado di reggere il colpo del momento no del mercato: sono in parecchi a godere di una situazione economica rassicurante, con pochi debiti e molti liquidi in cassa . Capofila dei virtuosi è China Mobile, con quasi 23 miliardi di euro in cassaforte, seguita da Cisco (20 miliardi), Microsoft (15,5), Apple (15,1) e Google (9,3). Neppure Dell è messa male in questa classifica, in cui figura all’ottavo posto con 6,6 miliardi di euro nel salvadanaio: tutte le top ten, comunque, dovrebbero avere abbastanza risorse per affrontare al meglio la situazione attuale. Per tutte le altre aziende si prospettano tempi un po’ più complicati , anche se sono in molti a restare ottimisti per il futuro.
Luca Annunziata