Meltdown e Spectre invadono le cronache informatiche da mesi, ormai, e Intel ha ora confermato che i super-bug delle CPU avranno conseguenze significative sul business oltre che sull’esperienza di computing degli utenti finali. Nel prossimo futuro, il colosso dei processori dovrà affrontare decine di cause legali – la totalità delle quali mosse con l’obiettivo di raggiungere lo status di class action.
La rivelazione arriva con il rapporto presentato da Intel presso l’autorità finanziaria statunitense (Security Exchange Commission o SEC): Chipzilla è già stata chiamata in causa da ben 32 potenziali class action, tutte concordi nell’inchiodare l’azienda alle proprie responsabilità sulla gestione dell’affaire Meltdown+Spectre.
In particolare, trenta di queste cause legali riguardano la presunta comunicazione incorretta fornita da Intel sulle vulnerabilità, con Meltdown a rappresentare un problema esclusivo delle CPU della corporation e Spectre riguardante più in generale tutti i processori moderni. Gli utenti si lamentano altresì – a mezzo avvocati – di dover subire riduzioni di performance sensibili dopo l’installazione delle patch pensate per neutralizzare i bug.
Le altre due class action , infine, riguardano l’andamento degli stock azionari di Intel fra il 27 luglio 2017 e il 4 gennaio 2018, e in questo caso la corporation avrebbe fornito informazioni incorrette o false sui suoi prodotti con conseguenze finanziarie significative.
Intel ha prevedibilmente confermato l’intenzione di “difendersi vigorosamente” dalle accuse delle class action, anche se l’azienda è stata costretta a mettere in conto di poter subire perdite ed effetti negativi sul business dei processori ancora tutti da quantificare.
Alfonso Maruccia