Dopo aver lanciato, a fine marzo, la sua prima famiglia di processori Xeon basati sulla giovane architettura Nehalem , questa settimana Intel ha ufficialmente presentato il suo futuro Xeon top di gamma, noto con il nome in codice Nehalem-EX . Si tratta di un mostro da otto core, ciascuno capace di eseguire due thread simultaneamente, che eredita molte delle funzionalità di classe enterprise di Itanium.
Nehalem-EX non è semplicemente uno Xeon 5500 ( Nehalem-EP ) con il doppio dei core. Questo chip include infatti ben 24 MB di cache condivisa e quattro link QuickPath Interconnect (QPI) ad alta velocità, contro gli 8 MB di cache e le tre interfacce QPI dello Xeon 5500. L’attuale Xeon top di gamma, il 7400 a sei core, non si spinge oltre i 16 MB di cache.
Sebbene lo Xeon 7400 si collochi nello stesso segmento di mercato di Nehalem-EX, quello dei server di fascia alta, quest’ultimo ha molte più cose in comune con il processore mid-range 5500: tra queste, la già citata tecnologia di interconnessione poit-to-point QuickPath, la tecnologia Hyper-Threading e il controller di memoria DDR3 integrato. Rispetto ai vecchi controller Fully Buffered DIMM, quello di Nehalem-EX supporta un quantitativo maggiore di RAM (il doppio anche rispetto al fratellino Nehalem-EP) e consuma una frazione dell’energia.
Intel afferma che, rispetto allo Xeon 7400, Nehalem-EX fornisce una larghezza di banda con la memoria 9 volte maggiore e performance superiori di 1,7 volte nel calcolo con i numeri interi e di 2,2 volte nel calcolo in virgola mobile.
Come si è detto, Nehalem-EX include molte delle caratteristiche oggi presenti nell’altro chippone enterprise di Intel, Itanium, caratteristiche relative soprattutto a reliability, availability e serviceability (RAS): ciò rende lo Xeon di nuova generazione un rivale sempre più temibile dei processori RISC, ma ne fa anche il più probabile carnefice di Itanium, un processore confinato da anni in una piccolissima nicchia del mercato HPC (High Performance Computing).
Tra le funzionalità supportate da Nehalem-EX c’è la VT FlexMigration, che semplifica la migrazione live delle macchine virtuali da un server fisico all’altro, e la Machine Check Architecture (MCA) Recovery, che tiene sotto costante controllo gli errori di CPU, memoria e I/O e interagisce con il sistema operativo per risolvere i problemi e ripristinare la normale operatività in caso di errori critici. Microsoft, Novell e Red Hat hanno già annunciato l’intenzione di aggiungere il supporto a MCA Recovery nei propri sistemi operativi di classe enterprise.
Intel ha già mostrato un prototipo di server contenente quattro processori Nehalem-EX, le cui foto sono state pubblicate in questo post del Nanotech Blog di CNET . La versione standard della CPU supporterà fino a quattro socket, ma Intel ha già pronosticato l’arrivo di sistemi ad otto socket capaci di eseguire 128 thread contemporaneamente.
Tra i produttori di server che hanno partecipato alla presentazione del nuovo Xeon c’era IBM, che ha in programma il lancio di una linea di server basata su tale chip.
La produzione in volumi di Nehalem-EX è attesa per fine anno, mentre i primi sistemi basati su questo processore dovrebbero arrivare sul mercato nel primo trimestre del 2010.
Negli scorsi giorni si è anche appreso da Digitimes che la CPU desktop Core i5 di Intel, versione mainstream del Core i7 lanciato lo scorso autunno, subiranno probabilmente un ritardo di circa due mesi, slittando al prossimo settembre. Come noto, Core i7 e Core i5 hanno in comune l’architettura Nehalem, la stessa alla base del futuro Xeon a otto core.
Alessandro Del Rosso