Intel mostra una VPU per l'AI

Intel mostra una VPU per l'AI

Santa clara ha annunciato Myriad X, un nuovo prodotto sviluppato dagli ingegneri di Movidius specializzati in intelligenza artificiale
Santa clara ha annunciato Myriad X, un nuovo prodotto sviluppato dagli ingegneri di Movidius specializzati in intelligenza artificiale

Intel continua a lavorare alle risorse necessarie per supportare lo sviluppo delle intelligenze artificiali: la sua Movidius ha ora annunciato Myriad X , una nuova unità di elaborazione visiva (VPU, Visual Processing Unit ) pensata per portare l’Intelligenza Artificiale (AI) a droni, robot, smart device e altri dispositivi di realtà virtuale.


La startup irlandese Movidius è stata acquistata nel 2016 da Intel (per un cifra che rimane riservata ma per cui si parla di circa 300 milioni di sterline) proprio per spingere sull’acceleratore sul fronte AI e non vedersi tagliata fuori dall’agguerrita concorrenza nel settore: da allora ha già lanciato Movidius NCS , un “acceleratore” di algoritmi di reti neurali ed elaborazione di dati visuali, basato su un chip Myriad 2 (una “Visual Processing Unit” appunto) capace di garantire performance da 100 gigaflop al secondo con appena 1W di potenza.

Myriad X è un ulteriore passo in avanti su questo percorso: secondo quanto riferisce Intel, rappresenta il primo sistema su chip (SOC) al mondo in grado di portare un sofisticato sistema di calcolo neurale che permette l’apprendimento delle macchine, in quelle dotate di sistemi visivi simili a quelli umani, come droni e robot.

Come spiega Remi El-Ouazzane, vice-presidente e direttore generale di Movidius: “Siamo all’apice della visione digitale e l’apprendimento sta diventando per tutti i dispositivi che ci circondano un requisito standard”. Per questo il dispositivo Intel si ritaglia un ruolo di primo piano per lo sviluppo dell’intero settore.

chip

Tecnicamente Myriad X è un chipset capace di un minimo di 1 trilione totale di operazioni al secondo (TOPS) e un massimo di 4trn TOPS , il tutto con basso consumo di energia e senza compromettere accuratezza e capacità dei dispositivi di vedere l’ambiente che li circonda, comprendendolo e offrendo una risposta.

Claudio Tamburrino

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Pubblicato il
29 ago 2017
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