Paul Otellini ha lasciato la carica di CEO Intel lo scorso giovedì, e in contemporanea con il passaggio di consegne a Brian Krzanich si è lasciato andare a un’ intervista fiume con incorporata confessione per quello che lo storico amministratore delegato del colosso dei processori considera il suo più grande insuccesso.
Sotto la sua guida, confessa Otellini, Intel si è lasciata scappare una delle più grandi opportunità di business degli ultimi anni vale a dire la produzione e fornitura di CPU per il primo iPhone di Apple. Otellini si rammarica di non aver seguito le proprie sensazioni interne, affidandosi piuttosto al semplice calcolo ragionieristico sui margini di guadagno derivanti dalla produzione di ogni singolo processore.
Diversamente dalle CPU per computer, infatti, i chip per smartphone e gadget mobile costano decisamente meno e garantiscono guadagni altrettanto ridotti. Il chip per iPhone è uno di quei casi in cui i profitti si fanno sui volumi, ma le analisi dell’epoca (2006) non avrebbero mai potuto prevedere l’incredibile successo del melafonino e quindi la sostenibilità del business dal punto di vista di Intel.
Al di là dei rimpianti per il chip di iPhone e le proprietà intellettuali ARM vendute a terzi (XScale), a ogni modo, il bilancio della gestione Otellini di Intel è di quelli da fare invidia a qualunque azienda tecnologica e non: negli otto anni di Otellini, Santa Clara ha incamerato più guadagni di quanto abbia fatto nei precedenti 37 anni della sua storia, e per quanto riguarda il futuro prossimo Krzanich promette una crescita rapida nel settore mobile grazie ai nuovi ritrovati tecnologici già a disposizione dei clienti del chipmaker.
Alfonso Maruccia