Un giudice di Waco (Texas) ha deciso che Intel deve pagare 2,18 miliardi di dollari per aver violato due brevetti di VLSI Technology. Sembrerebbe una normale vicenda di uso non autorizzato di proprietà intellettuali, se non fosse che l’originaria VLSI Technology è stata acquisita da Philips nel 1999. La “nuova” VLSI Technology è stata fondata quattro anni fa e finora non ha realizzato nessun prodotto.
Intel contro un patent troll
VLSI Technology era un’azienda californiana che realizzava circuiti integrati. Steve Jobs contattò alcuni suoi dirigenti per la progettazione del chip da utilizzare nei futuri Macintosh, ma le prestazioni del prototipo erano inferiori alle aspettative del compianto CEO di Apple e quindi l’accordo non andò in porto.
VLSI Technology venne acquisita da Philips Electronics del 1999 e oggi è parte di NXP Semiconductors (spin-off di Philips). Uno dei brevetti appartiene a Freescale Semiconductor, mentre l’altro è di SigmaTel. Freescale ha acquisito SigmaTel e NXP Semiconductor ha acquisito Freescale nel 2015. I due brevetti sono stati trasferiti alla nuova VLSI Technology nel 2019, esattamente nell’anno in cui l’azienda è risorta dalle ceneri. I brevetti coprono tecnologie che permettono di ridurre i consumi dei chip, controllando la tensione e la frequenza di clock.
Secondo il giudice, Intel ha violato i brevetti e pertanto deve pagare 2,18 miliardi di dollari a VLSI Tecnhology. Un avvocato dell’azienda di Santa Clara ha dichiarato che i due brevetti non sono stati utilizzati da oltre 10 anni e che Intel non li ha mai utilizzati perché ha sviluppato tecnologie migliori.
La richiesta economica è stata considerata “oltraggiosa” (al massimo doveva essere 2,2 milioni di dollari), in quanto VLSI Technology ha deciso di usare i brevetti solo per incassare soldi (in pratica è un patent troll). Intel ha ovviamente contestato la decisione del giudice, comunicando che presenterà appello.