Nel corso degli ultimi giorni, Intel si è espressa riguardo un tema che ad oggi risulta essere particolarmente discusso nel campo dell’informatica: il Metaverso. Il fatto che l’azienda debba ricoprire un ruolo da protagonista in tale ambito è praticamente inevitabile, considerando che è il primo produttore di semiconduttori al mondo e che le sue soluzioni hardware sono presenti praticamente su qualsiasi computer e nel cloud. Proprio per questo, le sue dichiarazioni riguardo quella che è l’infrastruttura informatica alle spalle appaiono particolarmente significative.
Il Metaverso dovrà sfruttare capacità di calcolo maggiori
Ad affrontare l’argomento ci ha pensato Raja Koduri, senior vice president e general manager di Intel AXG, in un approfondito report, lo stesso in cui svela i suoi piani per rispettare la legge di Moore, in cui si legge che il Metaverso richiederà una potenza di calcolo 1000 volte maggiore rispetto a quella attualmente disponibile. Riportiamo, di seguito, le testuali dichiarazioni fatte al riguardo dal dirigente.
Un’elaborazione realmente persistente ed immersiva, su larga scala ed accessibile da miliardi di esseri umani in tempo reale, richiederà ancora di più: un aumento di 1000 volte dell’efficienza computazionale rispetto a quella disponibile oggi.
Nel report viene altresì spiegato che il termine Metaverso è stato coniato da Neal Stephenson in un romanzo di fantascienza di quasi 30 anni fa, che ad oggi è arrivato a rappresentare un’utopica convergenza di esperienze digitali alimentate dalla Legge di Moore e che permetterà agli utenti di lavorare, giocare, collaborare in modi completamente nuovi in una realtà aumentata.
Proprio per tutte le ragioni di cui sopra, per fare fronte a questo tipo di esperienze il Metaverso avrà necessità di sfruttare capacità di calcolo maggiori in diversi ordini di grandezza e accessibili a latenze ben più basse, mediante una moltitudine di form factor dei dispositivi.