Intel ha annunciato , facendo eco al discorso sullo State of the Union del Presidente Obama che ha molto parlato di innovazione e ricerca, un piano di finanziamento e collaborazione con il mondo accademico statunitense . Obiettivo: creare una rete di ricerca intra-universitaria e orientare gli studi accademici verso lo sviluppo di tecnologie vicine a diventare prodotti.
Il piano di collaborazione prevede da parte di Intel un piano di finanziamento di cinque anni (tre più l’opzione di rinnovarlo per altri due) dal valore complessivo di circa 100 milioni di dollari, con i soldi che andranno direttamente alle università partner, con diversi piani di gestione a seconda delle esigenze.
Si chiameranno Intel Science and Technology Center ( ISTC ) i laboratori cofinanziati da Intel e la comunità accademica statunitense : saranno inaugurati in ognuna delle principali università a stelle e strisce. La prima in ordine temporale sarà Stanford: altre sette la seguiranno, ricevendo rispettivamente 2,5 milioni di dollari l’anno. Un bel bottino anche per le università statunitensi che, pur essendo tra le più fortunate, non navigano nell’oro. In totale i fondi permetteranno la ricerca a 50 studenti e 30 membri di facoltà .
Ogni laboratorio si specializzerà su una tecnologia o disciplina, naturalmente correlate con gli interessi considerati di vitale importanza da Intel . Attesa (a tal proposito Intel spinge le università a muoversi sul fronte istituzionale) anche la partecipazione delle agenzie federali e/o governative interessate al finanziamento di questo tipo di ricerca.
Inoltre, per garantire la piena collaborazione tra risorse interne ed esterne e ottenere un know-how direttamente impiegabile per i suoi prodotti, l’accordo prevede una stretta collaborazione tra ricercatori universitari e Intel Lab, sia con scambi di informazioni e risorse che con il collegamento di ogni centro alla divisione Intel di ricerca più tematicamente coerente.
Soprattutto, però, la collaborazione sarà garantita da una guida congiunta: a capo dei singoli laboratori saranno in due: un membro universitario e una persona di Intel.
Nella diatriba che vede contrapposta ricerca interna che crede che l’innovazione abbia più probabilità di venire dalle risorse interne di un’azienda e quella esterna che punta invece a guardarsi intorno per cogliere le novità, Intel sembra dunque decisa a seguire una via di mezzo, rivolgendosi alle università ma mettendo a disposizione anche i suoi ricercatori, per arricchirli di conoscenza da ritrasferire nei suoi laboratori.
Intel, infine, afferma di aver avviato l’iniziativa all’insegna della cooperazione, della collaborazione e della ricerca aperta (anche se altri partner privati non sembrano all’orizzonte, dovendo teoricamente sottostare alle condizioni e alla supervisione di Intel): per questo sia i ricercatori Intel che quelli universitari a lavoro negli ISTC si impegneranno a non brevettare le eventuali invenzioni, ma anzi a pubblicare le scoperte considerate significative. Per quanto riguarda i software, poi, l’impegno è ad impiegare licenze open .
Claudio Tamburrino