A tre anni di distanza dalla multa più ingente mai comminata dalla Commissione Europea, Intel ha finalmente dato il via al processo di appello contro una decisione che il chipmaker considera sbagliata e senza prove concrete a suo sostegno.
Santa Clara deve fare i conti con una sanzione dal valore di 1 miliardo di euro più spicci – che all’attuale livello di inflazione è cresciuta ancora fino a 1,34 miliardi di euro – impostale per presunte pratiche anticompetitive.
Intel ha fatto sconti ingenti ai produttori OEM per l’adozione forzosa dei suoi chip invece di quelli della concorrenza (AMD), aveva stabilito nel 2009 la Commissione. Davanti al panel di cinque giudici della Corte Generale di Bruxelles, Santa Clara ha definito tale accusa erronea e senza prove.
“La qualità delle prove su cui si è basata la Commissione è profondamente inadeguata”, ha dichiarato l’avvocato di Intel Nicholas Green alla corte, “l’analisi è inesorabilmente difettiva” e “il caso della Commissione si rivolge alla comprensione soggettiva dei clienti” piuttosto che alla verità fattuale.
Naturalmente opposta la visione dell’avvocato della UE, secondo la cui opinione i forti sconti offerti da Intel “possono essere intesi soltanto per legare i clienti e mettere i concorrenti in una posizione sfavorevole”. Tanto più che Intel avrebbe “attentamente camuffato le sue pratiche anticompetitive”, ha continuato l’avvocato. Il processo di appello dovrebbe concludersi nel giro di qualche mese.
Alfonso Maruccia