Milano – Nuovi manager per una nuova divisione tutta dedicata alle automobili e alla guida autonoma: Intel decide di puntare forte su un settore che sta crescendo in questi mesi e che promette di generare un giro d’affari importante nei prossimi anni, nella speranza di riuscire a replicare il ruolo avuto sin qui nel campo dei personal computer. Nasce così il nuovo Automated Driving Group (ADG), divisione con a capo Doug Davis, 30 anni di Intel alle spalle. Ma non è l’unica novità di questa tornata.
Doug Davis ha lavorato di volta in volta alle linee di prodotto più avanzate di Intel: per ultimo si è occupato di Internet of Things (IoT), ma si è occupato lungamente anche di notebook, tablet, network ed embedded: è un ingegnere con competenze specifiche nella produzione, dunque un tecnico con un’esperienza operativa che dovrebbe traghettare le ambizioni di Intel da fantasie a concreta realtà. Per affiancarlo, e dimostrare quanto si faccia sul serio, Intel ha anche reclutato da un’azienda già impegnata nell’automotive un vice d’esperienza: Kathy Winter viene da Delphy , dove si è occupata degli stessi temi – e con Delphy è anche da poco stata messa in piedi una partnership sempre in tema automotive.
Intel ha già annunciato di voler investire 250 milioni di dollari nel settore, e ha anche annunciato che alla base di questa piattaforma per la guida automatica (o guida autonoma che dir si voglia) ci sarà per il momento un Core i7: in attesa , però, di sviluppare un prodotto su misura che sarà ritagliato sulle esigenze specifiche di una vettura senza pilota , ma è davvero strategicamente fondamentale iniziare da subito a lavorare per sperare di riuscire a ritagliarsi un posto al sole in questo settore. Un passo in più rispetto a quanto fatto già vedere di recente con i nuovi Atom E3900 pensati proprio per l’automotive.
Le nomine appena raccontate non sono l’unico aggiustamento di rotta in corso a Santa Clara. Intel sta procedendo a una profonda riorganizzazione e ristrutturazione per cambiare il proprio focus principale dai PC, un settore nel quale resta rilevante ma che non prospetta particolari sviluppi futuri, a tutto quanto contiene silicio ma non sta sulle scrivanie. E per riuscire in questo scopo, non si può ignorare che molte delle novità che hanno ottenuto maggiore successo in questi anni non sono basate sulla piattaforma x86: per guidare la divisione IoT, in sostituzione di Doug Davis, è stato reclutato quindi Tom Lantzsch, che viene direttamente da ARM dove ha guidato la strategia del chip-designer britannico che sta spopolando nel mobile.
Lantzsch farà riferimento a Murthy Renduchintala, altro grande reclutamento dell’era Krzanich, che è arrivato nel 2015 da Qualcomm: è evidente il filo conduttore che unisce tutte queste mosse, non c’è più alcuna reticenza ad ammettere che l’impulso per il cambiamento e la forza necessaria per restare sulla cresta dell’onda non sia necessariamente da cercare tra le fila di chi in questi anni ha tenuto in piedi la più grande azienda del settore.
Luca Annunziata