Intel ha comunicato di aver individuato la causa dei crash di alcuni processori desktop Core di 13esima e 14esima generazione. Il fix verrà distribuito entro metà agosto, dopo la validazione dei partner. L’azienda californiana ha smentito che il problema sia presente anche nelle CPU mobile.
Elevata tensione operativa
Le prime segnalazioni su crash e instabilità risalgono al mese di febbraio. Sono interessanti soprattutto i processori desktop Intel di 13esima e 14esima generazione (serie K/KF/KS). Queste CPU sono installate principalmente nei computer per il gaming, quindi vengono sottoposte a “stress” continuo. Matthew Cassells, fondatore di Alderon Games, ha pubblicamente dichiarato che Intel vende processori difettosi (gli utenti dovrebbero essere rimborsati).
L’azienda californiana aveva scoperto un bug nella funzionalità Enhanced Thermal Velocity Boost (eTVB), per il quale è stata rilasciata una patch il 19 luglio, ma questa non è la causa principale. Una soluzione temporanea era ridurre la frequenza di clock o la tensione.
Intel ha ora comunicato che il problema è causato un’elevata tensione operativa. Un bug nell’algoritmo del microcodice determina richieste di tensione errate al processore. Verrà pertanto rilasciato un aggiornamento del microcodice (tramite Windows Update e BIOS delle schede madri) per tutti i processori Core di 13esima e 14esima generazione (architetture Raptor Lake e Raptor Lake Refresh). Se non ci saranno ritardi, il fix arriverà entro metà agosto.
Alcuni utenti affermano che Intel dovrebbe fornire più dettagli e una soluzione provvisoria fino al rilascio del nuovo microcodice. Altri ritengono che il fix avrà un impatto sulle prestazioni. Ovviamente, la patch non riparerà i processori. Quelli sottoposti a tensioni elevate per molti mesi avranno sicuramente una “vita” più corta.
Da alcuni giorni sono circolate segnalazioni anche sui processori mobile Core di 13esima e 14esima generazione. Intel ha comunicato che il suddetto problema riguarda solo le CPU desktop.