Intel ha comunicato la rinuncia all’acquisizione di Tower Semiconductor, in quanto non ha ricevuto la necessaria approvazione dalle autorità antitrust. L’azienda di Santa Clara non ha indicato nessun nome, ma secondo Bloomberg non è arrivato il via libera dalla Cina.
Intel non completa l’acquisizione
Intel aveva annunciato l’acquisizione di Tower Semiconductor il 15 febbraio 2022. L’investimento era di 5,4 miliardi di dollari. L’operazione finanziaria, voluta dal CEO pat Gelsinger, rientrava nella cosiddetta strategia Integrated Device Manufacturing (IDM) 2.0 che prevede l’uso di fonderie di terze parti per la produzione di chip diversi dalle CPU.
L’azienda israeliana, che realizza circuiti integrati con varie tecnologie, possiede sette impianti: due in Israele, uno in California, uno in Texas, due in Giappone e uno in Italia (condiviso con ST Microelectronics). In occasione dell’annuncio di febbraio 2022, Intel aveva ipotizzato il completamento della transazione entro 12 mesi. L’ultima scadenza era stata fissata al 15 agosto. Dato che non è arrivata l’approvazione da parte dell’autorità antitrust cinese, l’azienda californiana ha rescisso il contratto e dovrà quindi pagare una penale di 353 milioni di dollari a Tower Semiconductor.
Il CEO Pat Gelsinger ha dichiarato che continuerà la collaborazione con l’azienda israeliana (Intel è uno dei clienti). Secondo Bloomberg, la mancata approvazione è dovuta ai rapporti sempre più tesi tra Stati Uniti e Cina. L’amministrazione Biden ha stanziato oltre 52 miliardi di dollari per la produzione locale dei semiconduttori con l’obiettivo di ridurre la dipendenza da TSMC, azienda taiwanese che potrebbe finire nelle mani di Pechino in caso di invasione dell’isola.